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Martedì, 24 giugno 2014

Torniamo al “Noi”: ripartiamo insieme

Il documento approvato dall’assemblea regionale della Lombardia il 23/06/2014

I giorni tristi e politicamente drammatici che Sinistra Ecologia Libertà ha recentemente affrontato hanno lasciato prevalentemente ammutoliti e spaesati i militanti, gli iscritti ed i simpatizzanti della nostra comunità. La fuoriuscita di alcuni autorevoli compagni del nostro gruppo parlamentare ci ha lasciati smarriti. Negarlo sarebbe una forma di menzogna che non ci possiamo permettere o che ci porterebbe ad una lettura rancorosa e superficiale dei recenti accadimenti. Non si è certo trattato di una scissione, Ma di una fuoriuscita determinata da una discussione interamente arrotolata nel gruppo parlamentare. Stupisce e lascia perplessi che la stessa Assemblea nazionale dello scorso sabato 14 giugno non sia stata considerata il luogo appropriato per discutere di quelle imminenti decisioni che dunque non possiamo che considerare come scelte individuali sottratte alla discussione collettiva. Le compagne ed i compagni di sel che tutti i giorni militano sul territorio o nelle diverse esperienze non hanno avuto il diritto di entrare nella discussione, se non ex post, attraverso letture sui giornali di lettere ed interviste.

Una comunità travolta da decisioni assunte altrove, decisioni importanti di cui è impossibile sminuire il peso e la gravità. E’ necessario, ora più che mai, evitare che la discussione politica nel nostro partito si riduca ad un confronto tra il gruppo parlamentare e il coordinamento nazionale, finendo così per essere quasi incomprensibile alla complessità di iscritti e simpatizzanti.

Siamo convinti che Sinistra Ecologia Libertà non abbia ancora esaurito la sua missione politica originaria, pur dovendo registrare che una fase politica con le scorse elezioni politiche si è chiusa, occorre un nostro profondo ripensamento fermo l’obiettivo di stare nel campo largo della sinistra e di costruire le condizioni per il governo del cambiamento; fuori e dentro le istituzioni, sul piano locale e su quello nazionale. Se quindi da un lato è di fatto impossibile ad oggi un sostegno ad un governo che tuttora vede il nuovo centrodestra come alleato, dall’altro ricordiamo come il centrosinistra nel Paese sia uscito vincente in quasi tutte le elezioni amministrative e governi nella maggioranza dei comuni italiani. In Lombardia, insieme al PD, governiamo 10 città capoluogo e, sempre insieme al PD, stiamo già lavorando per un progetto politico utile a liberare la Lombardia dal governo delle destre.

Proprio in questa fase il ruolo di SEL deve tornare costitutivo anche a livello nazionale: tornare a proporsi come il partito capace di lavorare per la ricostruzione delle condizioni affinchè ci possa essere un centrosinistra del cambiamento anche per l’Italia.

Per farlo è anzitutto necessario che Sel recuperi un proprio ruolo politico centrale, credibile e riconoscibile. Un ruolo che non può e non deve essere affatto subalterno a quello del partito democratico, ma che proprio perché riconosce le complessità che vivono entro il pd, si assume l’onore di essere interlocutore e protagonista reale del nostro (ormai famoso) campo largo: dai tanti che hanno votato PD ai molti che hanno condiviso con noi l’esperienza della lista Tsipras e che non si riconoscono in opzioni minoritarie, sloganistiche o testimoniali.

Questo significa ripartire da SEL: dalla sua cultura politica, dai suoi successi, dalle esperienze territoriali virtuose, ma anche dalle sue debolezze.

Riconosciamo nostro malgrado che sel abbia un problema che nasce dal rapidissimo mutamento di scenari successivi alla sconfitta di Italia Bene Comune fino all’avvento del governo Renzi.

Si tratta di un problema di prospettiva più che di direzione politica che non può dunque ridursi al ricambio degli organismi dirigenti. La recente Assemblea nazionale ha calendarizzato per l’autunno la conferenza programmatica e d’organizzazione, registrando il bisogno primario di ripensare la nostra proposta politica e adeguare la nuova organizzazione alle sfide che oggi ci pongono l’Italia e l’Europa.

Dalla politica e dall’organizzazione dobbiamo partire, da un “noi” che vuole tornare a giocare un ruolo decisivo per la sinistra italiana. Una conferenza aperta che ci permetta di mettere in campo reti, relazioni e interlocuzioni. Partecipata perché non può che riguardare tutti noi, valorizzando le esperienze migliori che abbiamo costruito in alcuni luoghi e favorendo quell’innovazione organizzativa e di cultura politica che troppo abbiamo trascurato.

Non possiamo che ripartire dalla politica arrivando poi a ragionare dell’innovazione delle forme e dei contenuti della nostra organizzazione e infine ripensare gli organismi che possano meglio interpretare le nostre sfide presenti e future. Affinché la storia politica di SEL possa ritenersi tutt’altro che conclusa.

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