Trident Juncture, mozione Sel in consiglio regionale: Pigliaru rovesci il tavolo con Roma
Alla vigilia dell’avvio dell’esercitazione Nato “Trident Juncture 2015” sulle coste della Sardegna, monta la protesta di associazioni pacifiste ma anche dei partiti di centrosinistra come Sel che incalzano il presidente della Regione Francesco Pigliaru “troppo timido nell’affrontare un tema di questa rilevanza”, chiedendogli di “rovesciare il tavolo di confronto con Roma”.
Questa mattina davanti al porto di Cagliari, dove ormeggiano le navi militari che stanno partecipando all’esercitazione Nato in programma sino al 6 novembre tra Italia, Spagna e Portogallo, c’è stato un presidio di associazioni ambientaliste e indipendentiste Sardegna pulita, Cagliari social forum, Css, Usb, Sardinia Natzione Indipendentzia. “La Sardegna deve investire sulla bellezza del proprio territorio, sul sole e non sulle navi da guerra e sui cannoni”, hanno detto in coro. Il concetto verrà ribadito il 31 ottobre nel corteo in programma a Cagliari e il 3 novembre nel sit-in davanti al poligono di Teulada. Intanto Sel con una mozione che sara’ discussa in Consiglio regionale, fa pressing sulla Giunta Pigliaru sollecitando il ridimensionamento dell’esercitazione militare che coinvolge circa 30 Paesi, 36 mila uomini, 60 tra navi e e sottomarini e 140 tra aerei ed elicotteri. Inoltre nel documento si chiede di conoscere quali saranno gli impatti ambientali economici e sociali dell’esercitazione.
Sull’esercitazione militare “Trident Juntcure 2015” il presidente della Regione è stato finora “troppo timido nell’affrontare un tema di questa rilevanza”. Non solo: Pigliaru deve “rovesciare il tavolo di confronto con Roma” e difendere l’autonomia della Sardegna, “senza accontentarsi di decidere il colore delle tendine, lasciando che nel proprio territorio si possa fare quello che si vuiole”.
Secondo il segretario regionale di Sel Luca Pizzuto, «ancora una volta la nostra terra diventa scenario di esercitazioni. La mozione vuole essere un pungolo alla Giunta perche’ le forze politiche del centrosinistra esprimono una netta contrarieta’ a qualunque esercitazione e all’utilizzo del suolo sardo per questi interventi». «La Sardegna ha già dato, non deve dare altro. Non è più sopportabile uno Stato carnefice e oggi con queste esercitazioni si è toccato il punto di non ritorno – ha affermato il capogruppo Daniele Cocco – queste situazioni non devono più avvenire». «Dato che non è stata firmata la convenzione sull’esercitazione, non si può continuare a fare tutto quello che si vuole senza la condivisione e la compartecipazione dei sardi – ha stigmatizzato l’esponente di Cd, Roberto Desini – faremo un referendum nei territori interessati perché si esprimano sulla presenza delle servitu’ militari».
Secondo Francesco Agus di Sel, «si tratta di un ennesimo versamento di sangue che la nostra Isola paga», mentre per l’esponente dei Rossomori, Emilio Usula, “occorre portar avanti una trattativa in maniera piu’ forte”. «Quando serve bisogna alzare la voce per far rispettare i diritti dei sardi – conclude Eugenio Lai di Sel – I diritti dei sardi devono ritornare al primo posto nell’agenda politica e presidente deve avere piu’ coraggio su temi che ci vedono soccombere sul versante dell’autonomia».
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Francesco