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Mercoledì, 26 marzo 2014

Tripedi e Ungaretti. Le due Italie

astolfo

La prima Italia, quella di oggi. Luogo: Camera dei Deputati. Parlamentari giovani, maschi, incravattati, inamidati, scremati dalla rete, nominati dal Capo della tribù di partito o di movimento, che dir si voglia. Riflettori puntati, telecamere fisse, microfoni aperti, smartphone pronto, twitter ad ogni quarto di ora. La parola a Davide Tripiedi, cittadino delle 5 Stelle, ne ha facoltà. “Sarò breve e circonciso”, esordisce, inconsapevole della problematica che comporta, tanto la prima quanto, soprattutto, la seconda connotazione anticipatrice del suo discorso. Lo corregge dallo scranno più alto il presidente di turno, Simone Baldelli, di Forza Italia: “Coinciso, quella è un’altra cosa…”. Coinciso: participio passato di “coincidere”, l’incontrarsi di due cose nel medesimo punto. In questo caso due ignoranze lessicali s’incontrano attorno al nulla.

La seconda Italia. Luogo: Locvizza, sul Carso (non oso pensare come Tripiedi e Baldelli coniugherebbero questa remota località patria), trincea, prima guerra mondiale. Quest’anno ricorrono cent’anni dal suo triste e orrido inizio. Un umile soldato di nome Giuseppe Ungaretti tra un assalto e l’altro compone poesie e quando ne ha messe insieme una raccolta che intitola, amaramente più che ironicamente Allegria di naufraghi, le spedisce ad un suo amico editore, di nome Ettore Serra. Con queste parole: Gentile / Ettore Serra poesia / è il mondo l’umanità / la propria vita / fioriti dalla parola / la limpida meraviglia / di un delirante fermento // Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso.

Qualche anno dopo Eugene Ionesco, drammaturgo e scrittore rumeno naturalizzato francese, in previsione della nascita di due italiani di nome Tripiedi e Baldelli, si sentì in diritto di forgiare la celebre espressione: “Solo le parole contano, il resto sono chiacchere”.

Due Italie, di oggi e di ieri. Di Tripiedi-Baldelli e di Giuseppe Ungaretti. Perché ci ostiniamo a pensare che il mondo vada in avanti?

 

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