Turchia, i sindacati proclamano due giorni di sciopero generale
“Fermiamo la vita”: con questo slogan oggi e domani centinaia di migliaia di turchi si asterranno dalle loro attività quotidiane in solidarietà con le famiglie delle vittime della strage di Ankara e per partecipare alle decine di manifestazioni organizzate in tutto il Paese.
A proclamare lo sciopero i principali sindacati e le organizzazioni dei lavoratori della Turchia. Ad aderire allo sciopero generale sono la Confederazione dei dipendenti del settore pubblico (Kesk), della Confederazione dei sindacati rivoluzionari dei lavoratori (Disk), l’Unione degli architetti e ingegneri turchi (Tmmob) e l’Assosciazione dei medici turchi (Ttb), che erano anche tra gli organizzatori della marcia di sabato.
L’obiettivo della manifestazione era quello di chiedere la fine degli scontri tra l’esercito di Ankara e il Pkk nel sudest della Turchia. ”Per protestare contro il massacro fascista e per commemorare la morte dei nostri amici, noi siamo ora in lutto per tre giorni. Lo sciopero generale sarà il 12 e il 13 ottobre”, si legge in un comunicato congiunto firmato dalle varie sigle. Condivisione è stata espressa dal partito filo curdo Hdp, tra gli organizzatori della manifestazione. ”Dobbiamo mostrare inesorabilmente ogni giorno e in ogni luogo a chi ha cercato di far tacere il popolo che voleva manifestare ad Ankara per la pace, che la voce della vita e della pace non sarà mai in silenzio”, si legge in un comunicato rilasciato oggi dall’Hdp. ”Parteciperemo allo sciopero generale per far sentire la voce della pace”, ha aggiunto.
«L’attentato di Ankara è un colpo al partito della pace e della convivenza. Si contano più di 100 morti: l’integralismo islamico ha come nemico principale i curdi e i movimenti per il cambiamento. Quelli che hanno combattuto in prima linea l’Isis e i suoi alleati». Lo afferma Il capogruppo dei deputati di Sinistra ecologia libertà Arturo Scotto.