Umbria più uguale, La scuola della Costituzione: la nostra scuola, la scuola di tutti
Siamo donne e uomini di scuola, e donne e uomini di sinistra. La scuola pubblica, la scuola di tutti, è il nostro posto di lavoro ma anche qualcosa di più: l’occasione per svolgere, secondo l’art. 4 della Costituzione, “una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” e dare il nostro contributo alla crescita culturale e civile del Paese. La scuola della Costituzione è l’orizzonte e il senso del nostro lavoro: lo
strumento attraverso cui la Repubblica si prende cura dei cittadini, garantisce loro pari “dignità sociale”, promuove “il pieno sviluppo della persona umana”, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Il luogo in cui “l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
Con crescente disagio abbiamo assistito, negli ultimi decenni, al progressivo impoverimento del dibattito sulla scuola e ai tentativi, in alcuni casi solo maldestri, in altri animati da cattive intenzioni, che impropriamente si sono chiamati col nome di riforma. Su ciascuno di essi bisognerebbe dare un giudizio diverso e circostanziato, ma la tendenza di fondo è evidente: il venir meno di una riflessione sugli assi formativi (che cosa imparare, e perché); la rinuncia strisciante agli strumenti della partecipazione, sostituiti da una sostanziale adesione ad un modello gerarchico e al criterio della concorrenza (tra istituti, tra docenti, tra studenti);.un riferimento generico e tendenzialmente subalterno al mercato del lavoro; il disconoscimento economico e sociale del lavoro degli insegnanti; il progressivo cedimento alle pressioni per il finanziamento pubblico delle scuole private. Sempre più spesso, insomma, la scuola è stata pensata e raccontata come un’azienda e non come una comunità educante, come un capitolo della spesa pubblica improduttiva – qualcosa su cui operare dei tagli – e non come l’istituzione garante dei diritti di cittadinanza e motore del progresso economico e civile.
E’ una storia lunga, un lento scivolamento, una lunga e incerta navigazione che ora, con il progetto di “buona scuola” del Governo Renzi, cerca un’accelerazione e un compimento. E l’approdo non è la scuola della Costituzione ma la scuola del mercato e per il mercato: denaro pubblico che va a finanziare la scuola privata, e scuole pubbliche che si finanziano -quando ci sono e dove ci sono- con risorse private, con gli effetti distorsivi che non è difficile immaginare; insegnanti che vengono destinati alle scuole non attraverso procedure oggettive ma sulla base, nella migliore delle ipotesi, del progetto educativo del preside (con buona pace della libertà di insegnamento); un rapporto scuola –lavoro che appare rivolto più a procurare manodopera a costo zero che a promuovere, attraverso la formazione di giovani colti e versatili,
l’innovazione produttiva; nessuna misura per il diritto allo studio; nessun innalzamento dell’obbligo scolastico; la pratica scomparsa degli strumenti di partecipazione; nessuna seria riflessione sui nuovi bisogni educativi.
A questo progetto, come si è visto nelle scorse settimane, è possibile opporsi, nelle scuole, nelle piazze e in Parlamento: in nome della Costituzione e in nome del futuro. E’ tempo che l’Italia torni ad investire sulla scuola, in termini di idee e di risorse finanziarie. E’ tempo che il Governo si ponga il problema di restituire alla scuola gli otto miliardi tagliati da Berlusconi e Tremonti, e che il Parlamento le dedichi l’attenzione dovuta ad una questione decisiva per il futuro della società italiana. E’ tempo che la cultura, la politica, la società tornino ad occuparsi della scuola con la serietà necessaria. E’ tempo che si provi a restituire ai giovani la risorsa che la Costituzione promette loro ed agli insegnanti l’orgoglio di un lavoro prezioso e insostituibile.
Fausto Gentili, insegnante, coordinatore reg. di Sinistra ecologia libertà, promotore della lista Umbria più uguale
Filippo Mario Stirati, insegnante, Sindaco di Gubbio, promotore della lista Umbria più uguale
Giuseppe Metastasio, dirigente scolastico, candidato nella lista Umbria più uguale
Terdelinda (Dida) Rastelli, insegnante, candidata nella lista Umbria più uguale
Giuliana Zanarini, educatrice asilo nido, candidata nella lista Umbria più uguale
Salvatore Savastano, insegnante precario, responsabile regionale scuola di Sinistra Ecologia Libertà