Un italiano su 10 è in povertà assoluta. Povertà assoluta, per capirci, significa non poter disporre di quei beni e servizi indispensabili per una vita dignitosa. Intanto fra aprile e maggio il debito pubblico è cresciuto di 20 miliardi, nonostante lo spread al minimo. Sempre per capirci, il mitico piano di privatizzazioni vale, se li vale, 15 miliardi.

C’era un tale che mentre tutto precipitava diceva che i ristoranti erano pieni e intanto si baloccava con i fatti suoi e la riforma dello Stato. Adesso ce n’è un altro che tutto va bene, perché chi vince le elezioni ha sempre ragione, anche se a quelle elezioni metà del popolo sovrano ha voltato le spalle, e intatto manomette la Costituzione.

Invece niente va bene, e non perché noi siamo gufi o qualsivoglia strigide, ma perché non si cucina un pasto diverso con gli stessi ingredienti e ricetta. Piano per il lavoro, reddito minimo garantito, lotta all’evasione e alla corruzione, taglio delle spese militari, occupazione per i giovani e riposo per chi ha già dato.

Questo è l’unico riformismo possibile. Tutto il resto è Titanic.