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Venerdì, 10 luglio 2015

Un negoziato a testa alta: Tsipras ha obbligato l’Europa a tornare a fare politica

tsipras

Una lotta disperata per fare rimanere la Grecia nell’euro e quindi in Europa, visto che in base ai Trattati le due cose sono almeno formalmente collegate. Il ritorno al tavolo negoziale di Tsipras, dopo la decisione di convocare un referendum sull’andamento del negoziato, poteva avvenire in due modi: con la vittoria del sì la Grecia sarebbe stata rappresentata da un “tecnico” con la penna in mano per firmare qualsiasi cosa, oppure con Alexis Tsipras, forte del mandato dei cittadini greci per riaprire il confronto.

La manovra di 12 miliardi proposta dalla Grecia, 4 miliardi in meno rispetto alle richieste della Troika, sarà accompagnata da una richiesta di prestito per 50 miliardi di euro che dovrebbe mettere in sicurezza la posizione debitoria della Grecia rispetto alle scadenze dei prossimi 3 anni. Alcune delle misure più odiose suggerite dal Fmi sono state stemperate, come ad esempio l’Iva che aumenta per la ristorazione ma non per il settore alberghiero. Anche nel caso delle isole, verranno penalizzate quelle più ricche con la fine del regime di detrazioni, ma non quelle più povere e remote.

In fondo però tutto questo è il dettaglio, la sostanza è che la linea dura dei falchi che volevano cacciare via la Grecia e colpire Tsipras per “educare” gli altri hanno dovuto mordere il freno. A meno che non ci siano eventi oggi inimmaginabili, la Grecia rimane nell’euro e in Europa, continua a criticare la gestione dell’economia fatta da Bruxelles e ha deciso come modulare e quali riforme (o controriforme) fare.

Il punto centrale è però un altro, e cioè la sostenibilità complessiva del debito greco, ritenuta a rischio dallo stesso FMI. Molti in queste ore stanno dicendo che Tsipras ha “tradito” i greci perché avrebbe accettato il piano di austerità senza la contropartita della ristrutturazione del debito. Opinioni che lasciano il tempo che trovano perché prescindono di un aspetto formale, che per i falchi diventa sostanziale: il taglio del debito greco, all’80% di fonte comunitaria (BCE, altri Stati), non è legalmente possibile nell’Unione monetaria senza che cambino le regole. Per questo motivo nel 2012, quando venne fatto il “taglio di cappelli” al debito greco per 106 miliardi, soltanto i debiti detenuti dei privati furono decurtati.

La richiesta di ristrutturazione oggi, a banche greche chiuse da due settimane e davanti all’attuale impossibilità legale di farlo, equivarrebbe alla rottura, al default, alla grexit. Un cambio delle regole in sede europea richiede tempo e diplomazia e indubbiamente la Grecia continuerà a battere su questo tasto. Il FMI diventerà paradossalmente il suo più importante sostenitore sulla necessità di ridurre il debito su pressione di Washington. La sostenibilità del debito, a prescindere dai sacrifici che si facciano, è un tema ineludibile per il futuro della Grecia, e anche per un paese come l’Italia, che grazie alla crisi greca è ormai sul tavolo.

La realtà talvolta è difficile da digerire, ma il pragmatismo e la fantasia con la quale Tsipras e la sua squadra, nella quale va incluso in posizione preminente Varoufakis, rimarrà nella storia dell’Unione. Tsipras ha obbligato l’Europa a tornare a fare politica, a confrontarsi con scenari geopolitici, a prendere atto di cosa non funziona, a capire che questa strada porta alla disgregazione. Dopo la vicenda greca è chiaro che o l’Europa fa un salto di qualità oppure deperisce. Questioni ben più importante del peso specifico dell’economia greca.

 

Commenti

  • francesco

    Ho l’impressione che ci sia troppa enfasi nel dopo Referendum. Il programma di Salonicco, già depotenziato nelle prime proposte di Tsipras, mi sembra ulteriormente innaffiato con birra bavarese.
    Dopo la vittoria referendaria si doveva alzare la posta, prova ne sia che Syriza rischia la spaccatura.

    Temo che Varoufakis sia stato sacrificato sull’altare del compromesso a perdere…

  • nino

    il referendum è servito a tsipras per poter fare da una posizione di forza alcune proposte, ben accette alla troika, che non ci sono nel programma di salonicco, ma necessarie, almeno secondo il suo punto di vista, per arrivare alla firma dell’accordo, che,però, non ci sarà perchè la merkel si opporrà. Fra alcuni giorni la grexit sarà operativa.

  • Gemma

    Varoufakis è stato mandato via perché non avrebbe mai firmato queste proposte, infatti ha invitato a votare contro e non ha partecipato al voto. Se le notizie che ci danno sono giuste , il governo greco ha firmato un accordo che è uguale a quello presentato dalla UE e non ha ottenuto niente sul debito. Capisco che la situazione è difficile e quando hai le banche chiuse e le persone che non hanno i soldi per vivere tutto è drammatico però non era questo il mandato che quel popolo festante aveva dato a Tsipras nella piazza di Atene, festeggiando la vittoria del no. Così ha spaccato il suo partito e non capisco perché il confronto non sia stato fatto prima di portare l’accordo alla UE ,doveva confrontarlo prima con i suoi deputati e non costringerli a scegliere una proposta già presentata. come non capisco come in 5 mesi non abbiano mai pensato di preparare un piano di uscita dall’euro uscita non voluta da loro ma subita per i ricatti della Merkel. Spero di sbagliarmi, spero ci sia ancora una speranza per la sinistra e per una politica diversa in europa

  • francesco

    Caro Francesco, al di là delle diversi punti di vista che ci separano, hai fortemente stigmatizzato la mia convinzione che manifestavo alla vigilia del referendum sostenendo che Tsioras e Varoufakis si fossero comportati fino a quel momento come due giocatori di poker e che il loro era solo un bluff che danneggiava prima di tutto i cittadini greci. Sei ancora convinto che questo mio punto di vista fosse così fallace? Anche se le colpe della situazione ereditata dall’attuale governo sono di chi li ha preceduti (con la corresponsabilità della maggioranza dei cittadini greci dato che questi, i precedenti governi, erano stati comunque democraticamente eletti) spettava a loro gestirla e se pensavano di non essere in grado di farlo o se il farlo li avrebbe obbligati a fare scelte contrarie alla loro idelaità allora non si dovevano candidare a governare il paese. Perchè quando si accetta di assumere il ruolo di governo si deve decidere per il bene dei propri cittadini (o per il minore dei mali in molti casi, incluso quello greco) e non dei propri. Per questo ero convinto che Tspras e Varoufakis si comportassero come due pocheristi che non rilanciavano senza avere buone carte in mano ma solo per ritardare il momento (doloroso) delle scelte perchè sapevano che non avevavo reali alternative (anche se le scelte che avrebbero dovto fare erano ingiuste). L’epilogo (che mi auguro sia positivo) della vicenda parla da se e rischia nel lungo periodo di ridurre la credibilità di Syriza e dei partiti di sinistra in Europa ed Italia che cercano acriticamente di emularli (a parole, dato che la differenza sostanziale resta nel ricambio della dirigenza che è ciò che caratterizza la novità greca di Syriza ma è completamente assente da noi) nel tentativo maldestro di usala (Syriza) come specchietto per le allodole (le allodole siamo noi) e soprattutto ha indebolito l’economia della Grecia che lentamente alcuni lievi (anche se largamente insufficienti) miglioramemnti c’erano stati (incluso l’aver a gennaio iniziato nuovamente a collocare i titoli di stato su mercato per finanziarsi mentre adesso, persa la fiducia, non li colloca più e senza BCE e FMI non avrebbe risorse economiche per pagare stipendi e pensioni), costringendola anche all’umiliazione della razionalizzazione dei prelievi e delle file davanti agli sportelli bancomat delle banche chiuse. E dei due il più cinico, oltre che baro, è stato Varufakis che in nome del proprio ego si è ritirato dopo aver armato tutto questo casino e protato la Grecia in un vicolo cieco. Ma visto che la maggioranza degli elettori di sinistra è tutto “chiacchiere ed ideologie” Varoufakis il codardo (che si farà bello in giro per il mondo e guadagnerà facendo il conferenziere del nulla) è l’eroe e Tsipras che alla fine ha scelto di sacrificare la sua immagine politica per non far precipitare il paese nel caos rischia di diventare il codardo da cui prendere subito le distanze e non, l’unico tra i due che ha avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Anche se sarebbe stato meglio per i greci se lo avesse fatto prima.
    Francesco l’altro

  • francesco

    Tipico di una certa “Sinistra” il disquisire di materie di cui non si ha che una superficiale competenza (l’articolista è semplicemente uncollaboratore di Radio Popolare-Popolare Network, oltre che attivo nell’associazionismo) che manipola i fatti, ovvero li seleziona discrezionalmente (niente di male si intende, lo fanno tutti i giornalisti) per sostenere la propria tesi, che è quella suggerita dal titolo: Tspras ha riportato una vittoria.
    Esattamente come – purtroppo – oggi viene praticato il giornalismo si parte dalla tesi e si selezionano i fatti ed i dati per confermarla, anzichè partire dai dati e dai fatti ed analizzarli per cercare di capire la realtà, senza alcuna tesi pre-costituita.
    Purtroppo questo articolo, come la sua pubblicazione sul sito testimoniano plasticamente l’approccio di SEL alla realtà che viene appunto rifiutata nel suo insieme nel tentativo (sempre più goffo, come testimonia la progressiva e oramai strutturale perdita di credibilità/consenso tra i cittadini-elettori) di far apparire ancora attuali l’approccio socio-politico dei decenni passati che può essere perpretato sict et simplicitas senza adeguamenti. Lo si fà non per pigrizia culturale, come ingenuamente e benevolmente si sarebbe portati a credere ma perchè (al netto delle ingenuità, limiti di capacità e pigrizia mentale che comunque marginalmente ci sono sempre) l’adeguamento del pensiero politico può essere fatto solo se si cambia il punto di vista da cui si osserva la realtè e ciò è possibile farlo solamente se si cambiano le persone che osservano (la dirigenza politica) dato che, schizzofrenici (che, con tutto il rispetto per la drammaticità della loro situazione, non sono certo i più adatti a guidare un paese; giusto per citarne un politico schizzofrenico, per la precisione bi-polare, famoso che plasticamente testimonia i danni che si può fare in politica basta citare il fù Presidente della Repubblica Francesco Cossiga) e trasformisti patologici a parte (anch’essi poco adatti, basta citare De Gregorio, Scilipoti o Razzi per non dilungarmi oltre in ovvietà), ognuno ha la sua storia e la sua sesibilità e non la cambia a comando o premendo un’interruttore. Questo è il nocciolo della questione e lo spartiacque che ha davanti a se SEL, come il resto della sinistra italiana: cambiare dirigenza (sia politica che sindacale, anche Landini è tra gli inadeguati a costrire un nuovo pensiero di sinistra per il terzo millennio) o deperire lentamente fino a scomparire. Il resto sono solo chiacchiere o trucchi da prestigiatore d’antan, come il nascondersi dietro a Syriza ommettendo il particolare che questa forza politica è nata proprio sul rigetto della classe politica di sinistra che in quel paese fino a ieri aveva calcato la scena.
    Francesco l’altro

  • Carlo47

    La Grecia ha alla fine dovuto capitolare con una Resa Incondizionata
    alla Germania, ma dice “Base di partenza, ma non basta”.

    Chiara dimostrazione che la Germania, Merkel – Schäube – Sigmar Gabriel
    – Shulz, non ha nessun rispetto per il volere Greco che ha detto
    NO all’austerità, che non ha il minimo senso democratico e conserva
    l’antico desiderio di opprimere il nemico di turno e dominare l’Europa.

    La Germania che non ha mai pagato i suoi debiti, come scrive Piketti

    La Germania che ha ricevuto tre volte l’aiuto dell’Europa, nel 1946 e
    1953 per la pietà degli alleati e per farla risorgere dallo stesso
    disastro socio-economico in cui si trovava ed in cui si trova oggi la
    Grecia, ed anche nel 1992, manipolando lo SME con un giro finanziario
    e facendo così pagare i costi della sua riunificazione a Gran
    Bretagna, Francia e Italia.

    Ma la Germania non ricorda, perché non può ricordare per non perdere
    il suo orgoglio Nazionalistico, e per questa smemoratezza distrugge
    la Grecia e parallelamente l’Unione Europea, prima di rivolgere le
    sue attenzioni al resto del mondo, provocando la III guerra mondiale,
    questa volta economica ma non meno cruenta.

    Si impone quindi la QUESTIONE TEDESCA, che va combattuta pacificamente,
    con un BOICOTTAGGIO dei PRODOTTI TEDESCHI, per ridurre il suo
    surplus Economico e Nazionalistico, un mix che ha causato nello
    scorso secolo due guerre mondiali.

    Io ho già iniziato il Boicottaggio, mi auguro che facciate lo stesso.

  • francesco

    Sostengo da qualche mese che nella trattativa con l?europa Tsipras e Varoufakis si siano comporttai come due giocatori di poker che rilanciavano pur non avendo in mano che carte mediocri e che lo facessero – aggravando la situazione del paese e mandnado in fumo i pochi e costosissimi (da un punto di vista sociale) miglioramenti economici ottenuti negli ultimi due anni – solamente perchè non sapevano proprio che pesci prendere, bloccati tra il non voler venir meno alle promesse elettorali (palesemente irrealistiche) fatte e l’impossibilità di farcela senza l’aiuto economico dell’Europa e dell’FMI. Come ogni gioco non può durare per sempre ed il risultato è la dolorosa scelta compiuta da Tsipras. Premessa questa evidenza si dovrebbe però comprendere che trai i due il più cinico, oltre che baro, è stato Varufakis che in nome
    del proprio ego si è ritirato dopo aver armato tutto questo casino e
    portato la Grecia in un vicolo cieco. Ma visto che la maggioranza degli
    elettori di sinistra è tutto “chiacchiere ed ideologie” Varoufakis il
    codardo (che si farà bello in giro per il mondo alle corti dei creduloni e guadagnerà facendo il
    conferenziere del nulla), quello che “indosserà con piacere il disprezzo dei creditori” (come se essere disprezzati da chi vanta nei nostri confronti un credito perchè non lo si vuole onorare sia atto eroico e non vile) è l’eroe e Tsipras che alla fine ha scelto di
    sacrificare la sua immagine politica per non far precipitare il paese
    nel caos rischia di diventare il codardo da cui prendere subito le
    distanze e non, l’unico tra i due che ha avuto il coraggio di assumersi
    le proprie responsabilità. Anche se sarebbe stato meglio per i greci se
    lo avesse fatto prima invece che armare quell’inutile e controproducente (sia sul piano internazionale che, nel medio periodo, su quello nazionale) sceneggiata.
    Francesco l’altro

  • francesco

    p.s. Varoufakis è un parlamentare e duqnue fino a che non finisce o decade la legislatura ha tutto lo spazio di tribuna che vuole. Ieri se voleva poteva presentarsi in Parlamento e votare no all’accordo, invece che assentarsi per motivi personali ridicoli. Ma anche dire No quando conta davvero (e non come nella sceneggiata inutile del referendum svolto la scorsa settimana) richiede un coraggio che evidentemente “l’eroico” ex-ministro (per fortuna dei greci) non ha.

  • francesco

    ciò che occorre davvero è boicottare la superficialità, ma mi rendo conto che è molto più difficle che prendersela con un “nemico esterno” su cui scaricare tutte le colpe e continuare ad auto-assolverci.
    francesco l’altro

  • Gemma

    Francesco se la prende con Varoufakis , che forse non ha fatto un attacco in Parlamento per non mettere ancora più in difficoltà Tsipras , non sta a me difenderlo , non ne ha bisogno. ho solo posto alcune riflessioni su come si è giunti al voto nel Parlamento Greco.
    Francesco l’altro invece dall’alto della sua sapienza, conoscenza e verità , invece di argomentare su quello che penso, lancia i suoi strali contro il codardo greco ( indosserei anch’io con piacere il disprezzo di personaggi come la Merkel e altri che stanno solo sfruttando la UE) e contro gli elettori di sinistra che sono tutto “chiacchiere e ideologie” . Ma non siete in grado di rispondere senza offendere nessuno? Io considero il referendum greco un atto forte di democrazia , democrazia alla quale forse non siamo più abituati. Questa non è la verità scritta indelebile su una tavola , ma soltanto il mio pensiero . Sono una di sinistra e ne vado fiera.
    Ciao a tutti e due

    Ps) sembra che ai tedeschi non basti nemmeno questo e vogliano buttare la Grecia fuori dalla UE. Forse un piano alternativo del governo greco serve.

  • francesco

    Vedi Gemma, avere ideali di sinistra è fondamentale ma è solo una pre-condizione che da sola non è sufficiente a cambiare lo stato delle cose presenti, anzi non di rado produce effetti contrari a quelli sperati. Nel caso della partita giocata dal governo Greco ho argomentato in un’altro post in questo articolo il perchè nel contesto dato le scelte compiute erano sbagliate e pericolose. Non parlo dall’alto di nessuna sapienza ma con un po di esperienza e cultura socio-politica ed economica sulle spalle si; un’esperienza sufficiente a vaticinare gli esiti catastrofici che avrebbe prodotto i referendum (tra questi anche l’irrigidimento e la perdita di fiducia di una parte dei partner europei) e tale da considerare chi l’ha sostenuto con tanta superficialità, Varoufakis per primo, solo un pericoloso giocatore di poker spregiudicato quanto insensibile ai problemi dei cittadini (o pensi che in grecia oggi si stia meglio di sei, dico sei, mesi fà?).
    Anch’io sono di sinistra e ne vado fiero, ma non considero affatto di sinistra comportarsi come il Tafazzi di Aldo, Giovanni e Giacomo.
    Ps) l’accordo alla fine si trovera quasi certamente, semplicemnte condizioneranno i finanziamenti ad azioni concrete da parte della Grecia e non solo sulla base degli impegni assunti (come dire, le chiacchiere stanno oramai a zero).
    Francesco l’altro

  • Gemma

    Vedi Francesco, anch’io penso che per cambiare lo stato di cose presenti non basti , anche se è essenziale, avere ideali sinistra, ci vuole qualcosa di più. La mia cultura socio – politica ed economica , ne ho anch’io un po’ alle spalle, mi fa vedere la questione greca in modo diverso. Penso che era un’opportunità grande di mettere in discussione politiche europee sbagliate e fino al referendum, del quale ho festeggiato la vittoria, pensavo fosse questo quello che voleva fare Tsipras con tutti i problemi gravissimi per la Grecia, ma non credo che questi accordi risolvano la situazione, rinviano solo più in là i problemi. La Grecia non sarà mai in grado di ripagare il debito. Quello che rimprovero al Tsipras è di aver rotto il partito per non averne discusso prima e di non aver preparato una via di uscita perché i greci non possono continuare così aspettando l’elemosina con le banche chiuse. Mi fermo qui perché il discorso sarebbe molto più lungo ma non voglio annoiare. Detto questo spero di avere torto e ci sia un percorso migliore per la Grecia.
    Grazie per lo scambio di idee.

  • francesco

    Anch’io mi auguro per la Grecia un futuro migliore, ma per quanti aiuti possiamo dargli sempre e solo da loro questi continuerà a dipendere. L’equilibrio di bilancio (che non vuol dire affatto parità di saldo tra entrate e uscite tout-court ma parità di saldo tra entrate e uscite correnti e per interessi sui finanziamenti contratti) non è reazionario o di destra ma una semplice questione di buon senso, una condizione necessaria alla sostenibilità dell’istituzione pubblica nel medio e lungo periodo, ovvero necessaria a salvaguardare i diritti delle giovani generazioni e di quelle future. Certo non si può passare da un forte indebitamento al pareggio in poco tempo ma la Grecia potrà avere un futuro migliore solo se sarà capace di fare ordine nel suo bilancio (sia agendo sulle entrate riducendo un’evasione fiscale mostruosa rispetto anche a quella italiana che non scherza che sulle uscite dato che ad oggi circa l’8% dell’intera popolazione, ovvero quasi il 20% di quella in età lavorativa e più di 1/3 di quella ad oggi attiva è dipendente pubblica, oltre agli squilibri nel sistema pensionistico), come riuscire a rilanciare l’economia del paese puntando su prodotti di eccellenza agro-alimentare e soprattutto su tecnologie e servizi (puoi immaginare dunque l’enorme gap che essa deve recuperare). Si tratta di un percorso molto impegnativo e doloroso (che comprende anche un recupero significativo della produttività dei lavorati greci estremamente bassa) ma al quale dubito ci siano alternative dato che oggi nel mondo globalizzato l’interdipendenza, sia economica che commerciale (ma anche politica) è tale da non poterci permettere di sopravvivere al di fuori del sistema (a meno di non accettare di ritornare a vivere in condizioni prenovecentesche). Ma queste cose le sai sicuramente meglio di me.
    Vedi Gemma per me la sinistra non è quella forza politica che si adopera ad assicurare più diritti (tra quelli che consideramo giusti) tout-court (come le sinistre populiste si illudono, anzi illudono i cittadini, di fare), questa è solo utopia, ma quella forza che si adopera ad assicurare più diritti tra quelli possibili nel contesto dato (secondo un principio di equità ovviamente).
    Ps) se vogliamo un Europa più solidale e meno egoista, più giusta ed equilibrata dobbiamo iniziare allora a ragionare in termini di cessione di podere dagli stati nazionali alla Federazione Europea, solo così potremo ridurre gli egoismi dei singoli stati. Ma fino ad oggi ad opporre più resistenza rispetto a questo processo (di cessione di potere alle istituzioni comunitarie) non sono stati gli stati del nord europa o più fori economicamente (come la Germania) ma al contrario proprio quelli che più dall’europa politica hanno da guadagnarci (come cittadini si ma come politici no, perchè fuori dalle rispettive nazioni non avrebbero certo la possibilità di fare alcuna carriera quanto sono mediamnete mediocri). Devo agiungere altro?
    Grazie a te per il confronto.
    Francesco l’altro

  • francesco

    Credo che in quella fase di convulse trattative Syriza e il governo Tsipras andavano incoraggiati, per dare più forza al tentativo di spuntare un “programma minimo” per risollevare le condizioni del popolo sofferente. Questo il motivo del mio dissenso su quel tuo post ispirato a un tono liquidatorio.Teniamo conto del fatto che la Grecia era ed è tuttora isolata nel contesto dei governi europei, con rapporti di forza enormemente sfavorevoli. La vittoria al Referendum (io ero contrario, dopo che Junker, Merkel e Lagarde dissero: La Democrazia deve assoggettarsi alle leggi di mercato) tuttavia autorizzava Tsipras ad alzare la posta , anche a costo di minacciare l’uscita dall’area euro. Non l’ha voluto fare e ne pagherà le conseguenze in termini di credibilità arrendendosi di fatto alla Troika in cambio di una lenta agonia.Syriza comincia ad avvertire i segni dello smottamento e noi, dalla vicenda greca ,non possiamo che ricavare una semplice lezione: Questa Unione Europea non è riformabile a vantaggio dei popoli, almeno nella cornice che si è data alla sua nascita.

  • nino

    si, va bene, ma adesso la trattativa è scaduta. C’è un dictat: fare le riforme richieste in tre giorni. Solo dopo inizia la trattativa. A questo dictat non si può che dire no. Grexit sia.

  • francesco

    Parto dalla fine: l’Europa, come tutto del resto, può cambiare e ciò che sembra impossibile oggi può diventarlo domani. Ciò che serve è continuare a credere che sia possibile, anche quando – come oggi – non lo sembra. Perchè se rinunciamo tout-court a quanto fino ad oggi (di insufficiente) costruito, domani non sarà possibile fare l’ulteriore passo anche se il ricambio fisiologico della classe dirigente europea lo permetterebbe.
    La differenza tra i due nostri punti di vista è che tu consiteri un’opzione il grexit menter io no; ovvero è evidentemente fattibile ma sono convinto (è il mio punto di vista e potrei certamente sbagliarmi) che in tal caso il tenore di vita della popolazione greca scenderebbe molto di più di quanto sia sceso ed ulteriormente rischia discendere per rispettare i termini (molto pesanti) di un accordo con UE e FMI. Per questo consideravo il referndum un’azzardo pokeristico, un bluff, perchè convinto (e le scelte di Tspras sembrano confermare quanto sostengo) che la reale alternativa non era realmente in campo perchè troppo onerosa, molto più onerosa delle condizioni che si porranno per restare in Europa. In tal caso che senso aveva un referndum a cui non si poteva dar seguito e soprattutto che sneso aveva supportare il fronte del no dicendo che poi l’accordo era praticamente fatto (parole sia di Tspras che di Varoufakis)? L’unico effetto ottenuto è aver dato ulteriori alibi ai paesi meno propensi ad aiutare la grecia rendedo più difficile il compito di quei paesi, come Francia e Italia (entrambi per le pressioni ricevute dagli USA e non per autentico senso di solidarietà) che invece spingono per un accordo. Con le dovute differenze (minori però a quelle che pensiamo) Tsipras e sorattutto Varoufakis (per questo è stato allontanato e non per questioni di opportunità politica. Varoufakis era una mina vagante per la stessa Syriza) si sono comportati come un debitore che ha contratto un mutuo e andando in banca per ottenere una dilazione dei pagamenti comincia ad offendere ad alta voce la banca che gli ha concesso il prestito e tutti i suoi dipendenti, direttore della filiale su tutti. Se a te sembra un atteggiamneto intelligente non lo so, a me sembra semplicemente stupido ed autolesionista. Tspras ha purtroppo dimostrato di essere un leader mediocre che non ha saputo assumere su di se le difficili scelte che aveva davanti a partire dall’impossibilità di mantenere promesse elettorali prive di ogni sostenibilità. Questa è la lezione invece che dovremmo noi sinistra italiana imparare da questa vicenda: parole e promesse non fanno un leader ed è megli affidarsi a persone serie ed equilibrate che a parolai (politici e sindacali che sono molto bravi a parole ma poi alla prova dei fatti governano mediocremente o non sono capaci di portare alla firma un accordo sindacale che sia uno) come quelli nostrani.

    Francesco l’altro

  • nino

    nb: l’eurogruppo chiede, in garanzia dei 50 miliardi, l’intero patrimonio pubblico del paese.

  • Gemma

    Da quello che stanno dicendo , ai tedeschi e ai paesi loro alleati non bastano più le riforme già dure presentate dal governo greco, vogliono che il parlamento vari le misure in tre giorni ( ovviamente in primis le privatizzazioni affinché’ la Germania possa acquistare tutto) e molte altre cose tra le quali il Partenone in garanzia. Questa è la democrazia dei tedeschi che tra un po’ elegeranno direttamente loro i governi degli altri stati, sono i padroni di un’Europa da vergogna e devono umiliare il popolo greco e il suo governo. Spero che Tsipras dica OXI a questo ricatto inaccettabile e salvaguardi la dignità del suo popolo che saprà ricominciare senza troika.

  • nino

    dicono che hanno trovato l’accordo, di lagrime e sangue.

  • Gemma

    Sembra che Tsipras abbia firmato l’accordo, la Grecia è diventata una colonia tedesca, se è vero non so come farà a presentarsi al popolo, probabilmente farà un governo di unita nazionale spaccando ancora di più Syriza . Ha vinto la parte peggiore dell’Europa e sono riusciti a cambiare il governo greco. Che delusione Tsipras.

  • francesco

    Gemma, premesso che le condizioni imposte alla Grecia sono molto pesanti (come vedi la posizione europea non è stata alla fine molto diversa da quella che supponevo) e come dici sembrerebbe (ma non è così) che “sia diventata una colonia tedesca”, allora perchè Tsipras ha firmato l’accordo? Per viltà, incapacità (ma non era il nostro “eroe”?) o perchè semplicemente l’alternativa era ben più peggiore?
    O Tsipras è in malafede (allora SEL per l’ennesima volta ha scelto maestri sbagliati) o semplicemente il suo era un bluff neanche troppo coperto per guadagnare tempo per trovare il coraggio di dire ai suoi cittadini che le promesse elettorali fatte erano solo fandonie, in alcun modo realizzabili (anche in questo caso SEL ha scelto maestri sbagliati ed in più, insistendo nell’emularli dimostra di essere politicamente inadeguata).
    Mi dispiace essere così duro e (sicuramente) ingeneroso sia con Tsipras che con la classe dirigente di SEL (ma il discorso vale per quella di tutta la sinistra, incluso sindacalisti come Landini) ma trovo pericolosa questa incapacità nel comprendere e misurarsi con la complessità delle cose che – al di là delle buoen intenbzioni – rischia alla fine di provocare molti più danni di quelli che ci si propone di risolvere. Come ben sai proprio di buone intenzioni è lastricato ogni inferno, trascendente o terreno che sia.
    Cordialmente
    Francesco l’altro

  • Marcom

    si è visto….