Un’Europa di pace è possibile
Di Giuliana Sgrena candidata nel collegio del Nord Ovest per la Lista “Un’Altra Europa con Tsipras”
L’Europa non esiste sullo scenario internazionale, si scalda solo quando deve allargare le proprie frontiere a est a copertura dell’espansione della Nato. È quello che è successo con l’Ucraina, dove improvvisamente lady Ashton si è svegliata per appoggiare il governo neofascista di Kiev per contrastare Putin. Un gioco pericoloso. Con un risvolto paradossale: promettere aiuti all’Ucraina per sottrarla all’aerea russa dopo aver affamato la Grecia. Il tutto perché dall’Ucraina passano i gasdotti sovietici.
Ma in questi giorni è in gioco anche la fornitura di greggio dalla Libia. I Navy Seals americani hanno preso il controllo della petroliera “Morning Glory” che trasportava greggio caricato illegalmente in Libia dai separatisti della Cirenaica. La Libia è in mano alle varie milizie armate foraggiate dall’intervento Nato che ancora una volta ha lasciato terra bruciata. La Libia è diventata il mercato di armi e di combattenti esportati nei paesi vicini e soprattutto in Siria.
Sono passati tre anni dall’inizio della rivolta siriana che avrebbe potuto avviare un processo democratico se non fosse stata subito militarizzata. La militarizzazione è alimentata anche dall’arrivo dei qaedisti che impongono la legge del taglione. La guerra per il potere ha distrutto un paese, umiliato e decimato una popolazione senza che si veda una via d’uscita. Nel contesto delle rivoluzioni/rivolte arabe per ora l’unico esempio positivo anche se ancora pieno di ostacoli e di sfide è quello tunisino.
Il tutto avviene a riflettori spenti. Così spenti che parlando di Ucraina e di referendum in Crimea non si ricorda l’appoggio dato dall’occidente al referendum che ha portato all’indipendenza del Kosovo, anch’esso ora in mano a un governo di criminali.
L’Europa non può essere il gendarme della Nato, che impone tagli sulle spese sociali ma non su quelle militari. Occorre invece favorire una politica di pace e sviluppo a partire dal Mediterraneo, l’area che può dare un ruolo ai paesi del sud anche nel contesto complessivo dell’Europa. Ma per farlo deve stabilire relazioni con l’altra sponda del Mediterraneo, con le forze democratiche e progressiste, con le donne che si battono per i loro diritti e per la parità di genere. La soluzione ai drammi dei migranti che affogano nel mare di Lampedusa non può essere lo schieramento di Frontex, ma una politica di solidarietà e di collaborazione.
Questo sarà il primo compito degli eletti della lista L’Altra Europa con Tsipras al Parlamento europeo, una diversa politica estera dell’Europa è uno dei principali tratti distintivi della nostra lista rispetto alle altre.
Dal sito “Un’altra Europa con Tsipras”