Uras: occupazione, sviluppo, investimenti. Serve un piano straordinario
Dopo il primo via libera da parte dell’aula di Montecitorio, anche l’aula di Palazzo Madama ha dato oggi l’ok alla risoluzione di maggioranza relativa alla nota che aggiorna il Documento di economia e finanza. Al Senato della Repubblica, la risoluzione, è stata varata con 167 consensi a favore, 112 contrari e un solo senatore si è astenuto dalla votazione.
Sinistra ecologia libertà ha votato contro e le ragioni e le ragioni sono state esposte nella dichiarazione di voto in aula dal senatore di Sel Luciano Uras: «Per la rinascita economica e sociale del paese non è davvero più rinviabile un ‘Piano straordinario per l’occupazione e lo sviluppo’ degno di questo nome. Per questo, occorre prevedere adeguati spazi finanziari nella Nota di Aggiornamento al Def, risorse che dovranno essere destinate in misura non inferiore al 45% per gli interventi per il Mezzogiorno e le Isole: questa è la proposta di SEL. Noi proviamo sempre a lanciare utili indicazioni al Governo per cambiare in positivo il futuro del Paese».
«Abbiamo molte preoccupazioni per la scelta fallimentare di un modello di crescita economica fondato sulla competitività di prezzo, sull’iperflessibilità del lavoro, con conseguente riduzione dei diritti e precarizzazione delle condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori e sul consumo di territorio e ambiente. Siamo preoccupati in particolare per il Mezzogiorno, assente ingiustificato dell’agenda politica, la cui questione non può essere affrontata con la fiscalità, c’è bisogno di investimenti veri alla capacità produttiva e alle infrastrutture, che registrano ritardi colpevoli di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi ‘anni».
«Occorre un’adeguata e positiva combinazione delle risorse pubbliche, comunitarie, nazionali e locali, (Fondi strutturali, Fondi Coesione e Sviluppo, fondi provenienti dal bilancio dello Stato e delle Regioni e Autonomie locali) con le risorse private, superando le ricorrenti difficoltà di spesa dovute alla farraginosità delle procedure di programmazione e gestione, e dal reperimento di investimenti. Le modalità attuative del “Piano straordinario per l’occupazione e lo sviluppo” – ha concluso Uras – devono valorizzare i governi regionali e locali e i relativi programmi di intervento dovranno essere definiti in accordo a tra i diversi soggetti pubblici».
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Giovanni De Caro