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Martedì, 21 aprile 2015

Usciamo dall’ipocrisia

ITALY-IMMIGRATION

Usciamo dall’ipocrisia. Perché stiamo parlando di gente che muore. Perché fino a un secondo prima della morte, l’immigrazione a noi può andare bene o meno, possiamo pensare che “se ne debbano restare a casa loro” o che “vengano prima gli italiani”. Parole per me brutali, ma che possono essere legittime di fronte a un problema di accoglienza, integrazione, vivibilità. Non quando la gente muore. Quando ci sono 700 morti, chi continua a praticare questa cantilena disumana farà i conti con la propria coscienza, con il suo dio, con chi vuole. Ma non può avere interlocuzione politica in un Paese civile. Siamo passati da guerre, da tragedie, genocidi. Pensare che tutto questo possa essere derubricato al grido di un “pensiamo a noi” può uscire dalla bocca di una persona arrabbiata, disoccupata, precaria. Non da un leader politico. Per questo chi continua a usare il cinismo, a invocare di “abbattere i barconi”, non merita risposta. Anzi, servirebbe un Presidente della Repubblica che pubblicamente dichiarasse quei partiti fuori dalla nostra Costituzione, oltre che dal nostro vivere civile.

Ma non basta nemmeno lavarci le coscienze prendendo di mira solo gli scafisti, come sta facendo il governo in queste ore. E’ un’ipocrisia: perché gli schiavisti non costringono le persone a venire in Europa. Non si tratta, per intenderci, di gente che viene messa su una carretta con la forza e poi arrivata a terra viene sventrata per venderne gli organi. Si tratta di gente che vuole scappare, che vive per sopravvivere. E che si rivolge agli scafisti perché non hanno altro modo per farlo. C’è la guerra, la carestie, il terrorismo dove vivono. E vogliono scappare. Gli scafisti esistono perché queste persone non trovano altro a cui affidarsi. Questa è la verità. Può piacerci o meno. Ma il resto sono tutte cazzate con cui tentiamo di mascherare quello che la coscienza c’ha messo di fronte agli occhi: quella gente scappa e scapperà oggi e domani. Proverà in ogni modo a farlo. Nonostante gli appelli di Salvini o della Boldrini, nonostante i 5 euro per pagarsi la carta telefonica, se dormono in un albergo o in una topaia. Solo che porla su questi piani, ci aiuta. Tutti. Aiuta i politici, che si dividono tra chi fa passare l’idea che i migranti vengano in Italia perché la Boldrini è una “buonista del cazzo” e quelli che pensano che basti fermare le navi o ammazzare gli scafisti.

Riusciamo a mettere navi per 1.500 chilometri di costa libica? Benissimo. Quindi abbiamo risolto il problema se riusciamo a non farli partire e invece di morire in mare muoiono torturati da un terrorista o sotto una bomba in guerra? Abbiamo risolto la cosa perché è sopportabile per le nostre coscienze? Non credo. Ed è bene dircelo. Perché chi vuole scappare, troverà un modo per farlo. Come succede ogni giorno. Solo poco più del 20% arriva via mare, altri lo fanno nascosti dentro camion, camminando per miglia e miglia senza cibo e acqua, rischiano la vita in altri mille modi. Le frontiere sono chiuse e controllate per i cittadini non europei, ma arrivano lo stesso, nonostante i divieti di ogni tipo. Perché scappano e corrono il rischio di morire perché non hanno altra scelta. Dobbiamo risolvere il problema in loco? Certo, ovvio. Ma mentre cerchiamo di fermare la guerra in Siria, l’avanzata dell’Isis o la balcanizzazione della Libia, quelli continueranno a scappare, a scavalcare muri ed eludere controlli. Continueranno a rischiare la vita. Nonostante noi, i blocchi navali, i muri che possiamo alzare o gli scafisti che possiamo arrestare. Non lo dico io, non lo dice un buonista, lo dice la storia e la natura umana. E allora, resta solo una cosa da fare. Decidere da che parte stare. Senza paura. Perché i voti passano, le campagne elettorali pure, ma la vita e la coscienza no. Quella resta.

L’immigrazione si può solo governare, non si può fermare (almeno fino a quando le crisi del nord africa non troveranno soluzione). Ma per governarla servono statisti, non leader politici da quattro soldi che hanno paura di perdere consenso. C’è solo un modo per fermare gli scafisti e le morti: istituire dei corridoi umanitari europei. In modo tale da far venire in Europa tutte le persone che ne hanno diritto e smistandole nei vari Paesi, così da non far gravare tutto sull’Italia e sui suoi pochi mezzi.

Questo deve chiedere Renzi all’Europa, minacciando la nostra uscita in caso contrario. Perché il sogno europeo o è questo o è un incubo di morte. E io, e con me spero tutta la sinistra, amo la vita. La mia e quella degli altri.

Commenti

  • francesco

    Con questa media di morti per annegamento (meschino chi si alimenta con prodotti ittici!), il Capitalismo europeo cinico e guerrafondaio sta raggiungendo l’obiettivo di scoraggiare l’esodo apocalittico e “razionalizzare” l’arrivo di braccia da sfruttare e bocche da sfamare.Si levi l’indignazione dei giusti!

  • Enrico Matacena

    L’esodo apocalittico non si può scoraggiare perchè non c’è nulla di peggio della situazione dalla quale questa gente fugge. C’ è solo da riuscire a farla rimanere viva .

  • Massimo Magni

    l’ideologia è destinata ad affondare come i barconi rattoppati