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Giovedì, 19 giugno 2014

Vendola:«C’è un’altra strada, tra il radicalismo testimoniale e il riformismo senza riforme»

Si è svolta oggi la riunione del coordinamento nazionale di Sinistra Ecologia Libertà che ha convocato per mercoledì 25 la riunione della Presidenza Nazionale. Questa la dichiarazione rilasciata al termine dal presidente di Sel Nichi Vendola.

«Per sinistra Ecologia Libertà oggi è il giorno più difficile, quando in una comunità si spacca la sua rappresentanza istituzionale è sicuramente una comunità ferita. L’oggetto della contesa che si è sviluppata in questi mesi, e sopratutto in questi ultimi giorni ha a che fare con ciò che debba essere la sinistra, anche nei confronti di un governo che ha un leader portatore di una straordinaria narrazione, di una grande capacità di consenso. Io penso che una forza di sinistra debba essere una forza anticonformista, che non smarrisce mai la bussola, che è quella dei diritti delle persone, di libertà di giustizia sociale. Immaginare che questa bussola possa portare oggi a sostenere l’area del governo Renzi mi pare uno sbandamento».

«Sono molto dispiaciuto e considero un errore politico la decisioni di coloro che hanno deciso di lasciare Sinistra Ecologia Libertà. Un partito che non si chiude, che non ha nessun richiamo identitario. Siamo un partito che ha cercato di imparare, che è curioso delle culture degli altri, che vuole rimescolare le culture politiche. Ma non vogliamo sostenere il governo Renzi. Non ci è piaciuta la riforma del Lavoro, il decreto Poletti. Questo è l’oggetto del contendere».

«Ai compagni e alle compagne, ai parlamentari che hanno deciso di andare via facciamo gli auguri. Perché se continua il tempo delle fratture, non vogliamo che prosegui quello delle contumelie e degli insulti. Sono compagni straordinari, come Gennaro Migliore. Un dirigente politico che noi abbiamo stimato ed indicato come capogruppo alla Camera. Per me è anche una perdita personale perché come ho già detto è come un figlio, una perdita per le relazioni umani di questa comunità ed anche una perdita politica perché una comunità ha bisogno di tante voci. Perché una orchestra di partito si faccia sentire occorre che suoni beni e per farlo ha bisogno di tanti strumenti e tante voci. Speriamo che nel percorso che faranno questi compagni e compagne siano utili alle bandiere della sinistra.

«Noi pensiamo, con tutta la nostra comunità, che Sel debba restare all’opposizione, per costruire un dialogo con il Pd. Per sfidare Renzi a fare ciò che è necessario: cioè cambiare agenda politica, combattere contro la crisi contrastando le politiche di austerità».

«Questa crisi arriva da lontano. Arriva dal trauma non elaborato delle ultime elezioni politiche che invece di portare ad un governo di centro sinistra hanno prodotto le larghe intese, nasca da un equivoco su cosa significhi essere sinistra di governo, che non significa essere al governo».

«Il partito comunista italiano è stato un grande partito di governo praticando per 50 anni l’opposizione. Costruire un programma, un’elaborazione, un posizionamento parlamentare sempre in grado di stare al merito delle cose imparando a cambiare non significa necessariamente uno scivolamento verso il governo. Al governo bisogna andarci, ma quando nell’agenda del governo troveremo scritto al punto numero uno, lotta per il lavoro, lotta alla precarietà, lotta alle ingiustizie sociali allora ci saremo».

«Non sono in discussione le persone. È in discussione la linea politica. La mia linea politica è stata approvata a stragrande maggioranza da un congresso. Così è. Non ci posso fare nulla».

«Per quanto riguarda una ipotetica confluenza nel Pd dico che Sel nasce dall’idea che tra il radicalismo testimoniale e il riformismo senza riforme, tra una sinistra che si mette sotto una campana di vetro e la sinistra della resa c’è un’altra strada. Io penso che noi dobbiamo continuare su questa, lo dobbiamo a tante e tanti he costruiscono giorno per giorno Sel».

 

Commenti

  • luciano li causi

    Non nascondo una certa amarezza. Vedo che, come sempre, gli ideali vengono prima di tutto. Solo la promessa che gli ideali di giustizia sociale, di eguaglianza e di pieno riconoscimento dei diritti civili, realizzabile nell’area di governo Renzi e nel PD, può aver spinto fuori da SeL Migliore, Fava e gli altri. Altrimenti non comprendo perchè uno come Migliore, per decenni nutritosi a pane e Rifondazione Comunista, possa arrivare ad approdare al PD, nè perchè uno come Fava, che non si sposò con la Margherita, ai tempi dell’amalgama mal riuscito di Veltroni, ma diede vita a Sinistra Democratica, possa arrivare ad approdare nel PD. Proprio io PD di Renzi; neanche quello di Bersani…

  • M.Giovanna Bencistà

    Tutti ci danno per morti, o fagocitati dal Pd renziano o…tutti a casa. Non mancano gli insulti e le offese, si vede che tutto sommato ci “notano”. Ho letto la lettera di Migliore, che non condivido, e credo che starà meglio con altre compagnie politiche. Lui, Fava e gli altri ( quanti e in che ruoli?)Per Sel il problema rimane e questa volta non si scappa: diamoci un’identità. Ma niente vocazioni minoritarie e identitarie

  • claudio fondelli

    Ci sarà pure un’altra strada, ma francamente la scelta di continuare a non scegliere mi sempre solo (come strada) un vicolo cieco.
    E se si deve discutere della linea politica, comunque la si pensi in proposito, non si può che essere grati a Migliore ed agli altri parlamentari che con il loro gesto (che non credo affatto sia stato preso a cuor leggero) constringeranno SEL (finalmente) a scegliere un’orizzonte politico reale e non immaginario (che più che ad un’altra strada assomiglia alla terra desolata di Eliot) a partire dalla scelta del “compagno di strada” (confluendo in un unico soggetto politico o meno), stabile e non più occasionale e sostituibile con la stessa frequenza con cui si cambiano i propri indumenti intimi.

  • Igor

    Da tempo non scrivevo su questo sito, dapprima perché i commenti erano stati bloccati, poi perché non ho rinnovato la tessera di iscrizione al Partito.
    Onestamente, la discussione che si è sviluppata intorno alla questione dei rapporti col PD è stata, mi sembra, del tutto impostata male sin dal principio.

    La discussione non era su entrare nel PD (e vorrei mai capire perché) ma doveva essere su quali rapporti col PD e come tenerli. Anche perché altrimenti, come è stato già notato da Luciano, ci siano persone che formano SEL per non confluire nel PD e poi ci finiscono lo stesso.
    Io non ho apprezzato le evoluzioni di SEL diciamo a partire dalla Carta d’Intenti e la partecipazione alle primarie. Premesso che ero all’epoca per l’alleanza elettorale col PD, la Carta d’Intenti però era fatta male e la partecipazione alle primarie non serviva a niente, se non a certificare una sconfitta. Per non parlare poi del resto.
    Forse, l’uscita di Migliore e gli altri servirà a rendere più unito il gruppo.

    In ogni caso, fintantoché non si esce da un’ottica come quella che ha contrassegnato anche la parte rimanente del gruppo dirigente attuale, cioè a livello nazionale si può discutere col PD assumendone in sostanza le logiche (vedi primarie), io penso di tenermi fuori.
    Saluti, Igor

  • Enrico Matacena

    Fondelli parla di “compagno di strada”: ma questa ottica mi sembra quel grande male che è stata per SEL , e cioè la subalternità al PD , il subordinare tutto alla logica dell’alleanza con il PD. Non rischiamo di fare la fine di Rifondazione Comunista se adesso stiamo all’ opposizione . Quel che ci differenzia da RC (oltre allo specifico di tante proposte politiche ) è la mancanza di settarismo e la disponibilità al dialogo e all’accordo , anche con il PD quando ce ne siano le condizioni . Per questo sostengo con vigore la linea di Vendola e Frantoianni . Il PD di Renzi non può ASSOLUTAMENTE rappresentare la sinistra , SEL è indispensabile all’ Italia , e deve recuperare tutta la voglia di ribellarsi che finora si è rivolta sul M5S.

  • handybus

    “Al governo bisogna andarci, .. quando nell’agenda del governo troveremo scritto al punto numero uno, lotta per il lavoro, lotta alla precarietà, lotta alle ingiustizie sociali…” . Questa è la piattaforma politica dalla quale (ri)partire! Non disperdiamoci ulteriormente … .

  • Francesca Tammone

    Dobbiamo continuare ad essere una voce fuori dal coro, noi siamo all’opposizione .
    Renzi parla la stessa lingua di Berlusconi e le sue riforme non portano alla giustizia sociale.

  • Francesca Tammone

    Noi siamo l’unica sinistra rimasta.

  • Loredana Marano

    Ora andiamo avanti e riportiamo a sinistra questo paese!

  • fortunato

    Un fatto è certo…Migliore è da un po’ che tentava lo strappo… Ha provato al congresso ed è stato sconfitto…Ha scelto il pretesto del decreto fiscale…mentendo (al tg3) sulla questione degli 80 euro…che anche fosse come lui dice non può essere il motivo di rottura con un Partito, contro le decisioni di un Congresso, contro Vendola e contro il pensiero della stragrandissima maggioranza degli iscritti. Qualcosa mi dice che non avrà molto seguito nel Paese…

  • Cosimo De Nitto

    In questa linea mi riconosco, non su quella delle giustificazioni tecniche e politiche che hanno motivato il voto sugli 80 euro. Visto ciò che è successo dopo è chiaro che il problema non era il pugno di euro, essi erano solo il pretesto, la collina dell’onore, o del disonore, su cui piantare la bandiera della battaglia finale, della “spaccatura” e dell’abbandono di SEL. Hanno valutato di dover infliggere questo colpo a SEL proprio nel momento in cui si metteva in moto lentamente, con fatica e tra mille contraddizioni, un processo finalmente virtuoso di rimessa in marcia della sinistra sociale e politica dopo anni e anni di delusioni e divisioni, insulti e lotte feroci che hanno portato dove sappiamo. Concepire il centrosinistra come un problema che riguarda solo il PD e SEL trovo che sia riduttivo, a maggior ragione in una situazione in cui il PD corre sparato verso il centro e il centrodestra, chiudendo con le istanze di sofferenza sociale, di richiesta di una inversione radicale di rotta rispetto alle politiche neoliberiste e dell’austerity, ma anche rispetto ad un modello di Stato e di istituzioni che privilegiano la cosiddetta governabilità rispetto al bisogno di un’ampia e democratica rappresentanza e inclusività democratica. Il PD ha sposato le posizioni del centrodestra e di Berlusconi che subito, infatti, ha alzato il tiro e mira all’elezione diretta del presidente della repubblica stravolgendo completamente il modello costituzionale. Ignorare ciò è un errore gravissimo. Non si capisce infine perché queste posizioni emergono con tanta drammaticità e forzature con il PD di Renzi e non siano emerse con il PD di Bersani. Forse qualche spiegazione coloro che sono usciti o vogliono uscire da SEL dovrebbero darla. Tanto per capire.

  • Paolo Hutter

    d accordo con nichi ma come spesso accade si rischia di dimenticare il punto numero uno, l ‘ecologia che non è solo difesa dell’ambiente ma del territorio, economia della condivisione e del cambiamento… e quando si è nel centro sinistra quando si è in alleanze di governo locale si dovrebbe essere sempre impegnati su questo.

  • Nicola Giannelli

    Nella storia della sinistra ci sono state figure importanti che poi, per eccesso di prudenza e di pragmatismo, hanno deluso molti loro sostenitori. Mi vengono in mente Barak Obama o Luis Zapatero. Ma pur con i loro limiti hanno fatto cose di sinistra nel campo dei diritti civili o dell’attenzione ai più deboli. Con Matteo Renzi non si corre questo pericolo. Lui è un neocentrista. Un innovatore nel campo della comunicazione politica, per la capacità di trattare i temi poltici con freschezza, rapidità e scavalcando le liturgie che spesso hanno impedito alla politica le soluzioni di buon senso. Ma le sue proposte rispecchiano quel mix di liberismo economico e carità compassionevole verso i più deboli che abbiamo già visto con Tony Blair e nei governi della signora Merkel. Ma gli 80 euro in busta paga ai lavoratori dipendenti fino a 25 mila euro hanno un forte sapore elettorale. In un momento così drammattico ti aspetteresti che la sinistra metta 10 miliardi di euro in politiche di aiuto a chi ha perso il lavoro, a chi non lo trova, a chi vive a stento con lavori precari. Oppure in politiche di rilancio economico mirate alle infrastrutture tecnologiche del paese, alle filiere locali, all’innovazione, a progetti semplici e operativi capaci di generare subito lavoro grazie all’effetto del moltiplicatore. La detassazione a pioggia aiuta una platea di persone a basso reddito che però non sono le più colpite dalla crisi, e non fa niente per quelle che stanno peggio, se non per effetti di una modesta ripresa dei consumi, compensati in negativo dai tagli alla spesa locale. Non siamo un partito settario minoritario o estremista, siamo solo un partito che ragiona al netto delle strategie populiste, cercando di immaginare un’altra Europa, un’altra politica economica e industriale per l’Italia, un’altro regime di salvaguardia dei beni comuni e del welfare. Avrei potuto capire una prudente astensione sul decreto degli 80 euro ma non capisco il voto favorevole. Capisco invece quelli che se ne vanno perchè vedono la corazzata neocentrista prendere il largo con il suo 40% e si immaginano più sicuri lì dentro che a bordo di una piccola barca che veleggia coraggiosamente tra le onde. Io però finché farò politica continuerò a cercare di dare forza e unità ad una sinistra solidale, ecologista e libertaria, altrimenti mi dedicherò solo al mio lavoro e cercherò di rendermi utile alla comunità in altri modi.

  • Adriano

    La crisi nasce da lontano in un partito pur giovane che mai ha voluto essere partito. La responsabilità è soprattutto in un gruppo dirigente che mai si è chiesto perchè SEL non intercetta la protesta a sinistra. Nelle ultime elezioni SEL non intercetta voti dal PD e perde voti verso l’astensione. Caro Vendola quando si fonda un partito si fa il segretario a tempo pieno senza ambiguità tra testimonianze e partecipazione a una alleanza di centrosinistra, nascondendosi spesso in liste elettorali mal comprese ai più quasi temendo un confronto vero con la propria forza. Così si va ad esaurimento.

  • francesco

    Siamo tutti in fervente attesa di una dichiarazione solenne e autorevole che accusi Renzi di essere un ciarlatano al servizio dei potentati economici. Arriverà mai?.

  • francesco

    Visto che hai perso la tua identità, vai a spiccare regolare denuncia in qualche caserma dei C.C.

  • Francesco

    Sel, dalla tragicommedia al colmo : “perdere Migliore per tenersi il Peggiore”.

  • alessandro

    Complimenti a quel genio di Fava, che prima ci fa fare una figuraccia in Sicilia e poi ci gioca questo bello scherzo…auguri anche agli altri furboni: probabilmente pensano di aver fatto chissà che mossa politica.Poveri ingenui…
    Invece penso che Sel si sia comportato bene -come quasi sempre- un partito coerente ma intelligente, che sa ascoltare i malumori interni e sa valutare i provvedimenti al di là di chi li propone.Sono contento di militare qui…

  • alessandro

    Dimenticavo: un partito generoso…forse anche troppo..

  • luigi Previati

    Condivido ! …Art 1,art 3,art 11 Insomma inverare la COSTITUZIONE e per i DIRITTI UMANI !

  • Angelo R.

    Un’altra strada c’è. E non è nè chiusura “testimoniale” nè resa. E’ la strada che sta di fonte a tutta la sinistra italiana (della quale il PD non fa parte per scelte tattiche, strategiche e programmatiche nonchè per una evidente permeabilità, o p peggio, alla corruzione e all’intreccio criminale e criminogeno politica-affari), la strada iniziata con la costituzione della Lista per l’Altra Europa, e che tutta la sinistra italiana, nelle sue articolazioni plurali organizzate e non, non può smettere di continuare a percorrere verso la costruzione di un soggetto nuovo, plurale. L’alternativa a questo percorso, semplicemente, non esiste. Poichè non può essere considerata un’alternativa politicamente dotata di senso, la dissolvenza…..

  • M.Giovanna Bencistà

    Sicuramente non la tua

  • M.Giovanna Bencistà

    Condivido al 100%

  • Maurizio C.

    D’accordo. Il percorso avviato con la lista Tsipras deve proseguire. Non possono esserci strane mezze misure o ambiguità in proposito.

  • andrea

    L’unica persona di cui sentirò veramente la mancanza e che ho ammirato tanto per la sua tenacia e la sua trasparenza politica quanto umana è Claudio Fava. Mi dispiace proprio tanto, vorrei che ci ripensasse, che capisse di aver commesso un grosso errore (dal mio punto di vista). Un abbraccio Claudio, compagno.

  • andrea

    Il tuo sarcasmo usalo quando vai allo stadio, per favore. Se non hai argomenti politici di cui discutere, almeno taci.

  • alessandro

    Migliore chi??

  • Marco Baggioli

    Riprendiamo a fare quello per cui siamo nati, “unire la sinistra”, alcuni compagni se ne vanno, pazienza, sopravviveremo.
    “anche un cavallo di razza può avere qualche pidocchio” ( Palmiro Togliatti ).

  • Cesare Lombroso

    Adesso che i “cattivi” menscevichi guidati da Migliore se ne sono andati ora potete ricostruire la vecchia sinistra radicale protestataria. Una buona notizia. Almeno il centrosinistra in futuro non avrà nuovi Bertinotti o Turigliatto.

  • giuseppe

    Penso che la spiegazione sia semplice. Se alle prossime politiche si voterà con l’italicum, cioè con liste bloccate e soglie di sbarramento alte, guadagnarsi il seggio parlamentare sarebbe molto faticoso se non impossibile, quindi qualcuno in previsione si è cautelato, un pò come ha fatto Nencini con i socialisti che ottenne un pò di candidature quindi un pò di seggi. Da un pò di tempo che qualcuno cercava il pretesto per andare via magari avendo già contrattato…………………………
    Quindi sugli ideali ritengo che centrino poco, considerando cosa hanno fatto o meglio non hanno fatto l’ex capogruppo e l’ex cordinatore nazionale che nonostante il cognome che porta ci ha sempre fatto fare figuracce (Sicilia) nella raccolta firme per Tsipras e nella campagna elettorale per le Europee. Chi ha a cuore SEL e quello che ha espresso e quello che penso continuerà ad esprimere non pensa alla propria sedia o poltrona, ma a portare avanti quel cambiamento politico, sociale e culturale che è necessario al ns. paese e quindi all’Europa. Comprendo l’amarezza e il dolore di Vendola su cui da molto tempo e da molte parti cercano di osurare, denigrare e distruggere; che però anche in questa situazione stà dimostrando di essere un grande sentendosi padre di questa comunità e che a differenza di altri non scambierebbe mai la sua storia politica e i suoi convincimenti con qualche poltrona di prestigio. Un grande augurio a Nichi e alle compagne ed ai compagni di SEL per un futuro pieno di soddisfazioni.

  • nino

    per lombroso chi si oppone al governicchio renzi è un protestatario, addirittura un bolscevico. Chi, invece, lascia un partito per lidi piu’ ameni e comodi, qualche poltroncina a migliore e fava uscirà come per incanto, è un riformista. Ma di cosa?

  • elettore

    Se Fava non avesse aderito a SEL, visto quello che ha combinato sarebbe stato meglio.

  • http://batman-news.com massimo

    cominciamo con l’impegno ad aggregare e strutturare in forme nuove (veramente) la relativamente vasta area di sostenitori della lista tsipras.

  • tia

    allora uniamola quella sinistra radicale e diamole un volto nuovo, abbiamo la forza per farlo! contrariamente non ne abbiamo per proseguire da soli…

  • Nino

    Condivido tutto ciò che hai detto………..

  • Roberto

    In Italia c’è bisogno di sinistra.
    Questa deve essere la nostra bussola.
    Andiamo avanti per la nostra strada, rimanendo all’opposizione di un governo di centro destra e appoggiando solo quei pochi provvedimenti che possiamo condividere.
    Un abbraccio a Niki e a tutti gli altri amici che continuano a spendersi per i nostri ideali.

  • claudio

    Il problema della “subalternità” è a mio avviso mal posto e completamente frainteso.
    Si sostiene di non voler essere subaterni a prescindere facendo finta di ignorare (comprensibile in un semplice elettore ma intolerabile in un dirigente politico) che la subalternità o meno dipende dai rapporti di forza e se vogliamo essere egemoni occorre prima crescere come consenso. Nel frattempo (cioè oggi) abbiamo due scelte o accettare i rapporti di forza dati (poer modificarli) o isolarci, il resto sono solo speculazioni.
    Dire che per non essere subalterni al PD bisogna non allearsi con esso è come dire che un lavoratore per non essere subalterno (o esserlo di meno) al datore di lavoro deve licenziarsi e non lottare sindacalmente (cioè confrontarsi criticamente, usare i mezzi a propria disposizione, convincere gli altri lavoratori ma senza arrivare allo strappo che non porterebe a niente). Si vuole ciè raggiungere un traguardo (l’egemonia) senza la fatica di “correre la gara”. Questo è il male della sinistra conbtemporanea (a cui speravo SEL fosse immune) volere senza faticare. Attribuirci dei titoli a tavolino senza passare dalla faticosa conquista dle consenso. Siamo un partito intorno al 2% e vogliamo ragionare come se avessimo noi il 40% dei voti. Questo è assurdo. Da soli (e neanche riuniti nella “eterogenea” lista Tsipras) siamo rappresentativi di alcun chè, quetso è il punto e per acquistare oggi consenso non bastano le parole (le chiacchiere stanno a zero come si suol dire) ma servono fatti (e per “produrre” fatti occorre essere al governo, nazionale e locale, e non all’opposizione) ed è per questo che Vnedola non riesce ad incidere perchè oltre la sua narrativa mancano i fatti; o meglio manca la “continuità” dei fatti dato che siamo ondivaghi, un anno ci alleiamo con il PD e quello dopo lo demoniziamo come fosse satana. Sinceramente non sono un fan di Gennaro Migliore (che considero una bravissima persona ma privo di spiccate competenze) ma apprezzo molto la sua scelta perchè pone finalmente SEL davanti alla realtà che ha ostinatamente cercato di evitare: fare una scelta di campo. Questo è il punto, quali alleanze (di prospettiva) accettandone gli attuali rapporti di forza per iniziare un percorso che ci porti ad un consenso adeguato per rappresentare una parte dei nostri cittadini e non solo i nostri parenti ed amici.

  • Vincenzo

    Capisco l’amarezza e lo stile composto di Vendola però parliamoci chiaro.

    Mentre compagne e compagni si affannavano a raccogliere le firme per la lista Tsipras e successivamnete si impegnavano nella campagna elettorale con tanto impegno, sacrificio e scarsi mezzi, altri preoccupati per il loro futuro “politico personale” trattavano nell’ombra con il PD ed oggi hanno trovato il pretesto, come diceva qualcuno a pensar male si fà peccato però spesso……………………
    In quanto al merito del DL IRPEF, bisogna leggerlo per intero e non fermarsi allo spot in stile Berlusconi sui famosi 80 euro.

  • Enrico Matacena

    Rispondo a Claudio sulla subalternità: dissento totalmente quando dici che se non si raggiunge una certa consistenza numerica , “una massa critica” non si possa fare a meno di essere subalterni. La tua la trovo una posizone suicida. La non subalternità si ha quando si ha una proposta di cambiamento, su cosa fare e come farlo , anche se si è in pochi . Un partito essere enorme ed essere subalterno a chi è sul momento molto più piccolo di lui. Un esempio pratico : i radicali (che a me non piacciono affatto) non erano subalterni a nessuno anche se erano quattro gatti. Se sono spariti e per le loro contraddizioni , non per il fatto di essere stati autonomi. SEL non viene scelta da tanti , che si orientano sull’ M5S o sull’ astensione perchè siamo sempre stati visti come la ruota di scorta del PD. E se siamo o sembriamo i fratelli sfigati di Civati, siamno davvero destinati a scomparire . Per essere qualcosa bisogna avere un’identità. Parlare di deriva identitaria è ridicolo .
    Il tuo esempio del lavoratore subordinato non regge ed esprime un’idea di dipendenza dal PD che dobbiamo assolutamete superare.

  • Peppe Parrone

    Condivido tutto, ed aggiungo che, in quella che è stata la prima sezione organizzata di SEL della provincia di Reggio Calabria, e che dal 2013 nessuno ha rinnovato la tessera, ma cercando di rendersi utile alla comunità , come tu dici, in altri modi, e per ultimo il sostegno alla lista Tsipras, non escludo che se si creano le condizioni come tu suggerisci, non escludo che invece di togliere definitivamente l’insegna di SEL, che ancora si trova bene in vista, alcuni di noi potrebbero fare un pensierino per riprendere la tessera.

  • Donato Paradiso

    Tu, invece, la tua identità ce l’hai, netta ed inequivocabile : S…..O !

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Buongiorno a tutti, è la prima volta che commento qui. Vedo che il livello dei commenti è elevato, da semplice elettore di SEL contribuisco anch’io con la mia umile opinione.
    Io ho capito, da esterno, che Migliore e la sua “corrente” non ha apprezzato la decisione della Lista Tsipras. Col senno di poi è facile, ma devo riconoscere che avevano ragione: la lista ha aumentato di pochissimo i suoi voti (più o meno 20000) ma su 3 seggi a Sel non è spettato neanche uno, nonostante per l’appunto i voti vengano in massima parte dai suoi elettori. Questo del decreto Irpef mi pare solo la scusa, il motivo reale è questo.
    Che fare ora? Di Sel c’è bisogno, c’è bisogno di un partito che rappresenti la sinistra (e non il centro come il PD) ma che allo stesso tempo si distingua dalle aspirazioni massimaliste e autoreferenziali dei partiti comunisti, in breve disponibile all’alleanza con il sia pur troppo destrorso PD. E dunque, mi piacerebbe che Vendola e il partito non gettassero la spugna, ma allo stesso tempo che imparassero dai propri errori: basta società civile, basta alleanze improbabili con partiti comunisti che di governare non hanno nessuna voglia. Io voto Sel perché la considero sinistra di governo, non perché stia sulla torre d’avorio a lamentarsi con comunisti e intellettuali. Saluti a tutti e grazie per l’ospitalità.

  • anna toffoletti

    Condivido al 100%, con grande dispiacere per le persone che hanno scelto di lasciarci. Ma forse loro sono contente, perchè d’ora in poi avranno sicuramente la strada più facile.

  • M.Giovanna

    Per partecipare ad una discussione seria bisognerebbe avere un minimo di intelletto. E di rispetto. Ma non a tutti è dato

  • MGiovanna

    Si è subalterni quando non si è in grado di elaborare un progetto politico autonomo, che abbia e riesca a trasmettere una visione della società alternativa o comunque sostanzialmente diversa dall’interlocutore, che può essere il cosiddetto “potere dominante” o un alleato potenziale. Ma quando l’alleato reale, il PD, fin dall’inizio e soprattutto a livello locale, impone nella stragrande maggioranza dei casi, il proprio programma e il proprio progetto senza nessuna possibilità di mediazione, se resti, diventi subalterno per forza. Perché, caro Claudio, a portare alle estreme conseguenze il tuo ragionamento iniziale, non c’è scampo: i rapporti di forza ci dicono che o diventiamo tutti renziani o non c’è spazio. L’attuale sinistra PD ne è un esempio concreto, destinata ad abbaiare alla luna, mentre Renzi tesse rapporti finanziari, economici e politici, nazionali e internazionali con obbiettivi ben precisi e con mezzi e uomini altrettanto precisi. Che fare allora? Rinchiudersi nel proprio recinto fino alla scomparsa? Certo che no. Ma la riflessione principale deve essere: perchè, dopo 5 anni, siamo al 2%? Occorre essere impietosi soprattutto nei confronti non delle persone, ma del progetto politico: è ovvio che non ha funzionato. Ma permettimi di non condividere neppure il tuo richiamo pragmatico ai “fatti”, che dovremmo produrre stando comunque ad un governo e non all’opposizione. C’è del vero in quello che dici, ma sarebbe ingeneroso nei confronti di tanti nostri amministratori dire che niente di fatto è stato fatto: ma siamo lo stesso al 2%, quindi forse la questione è più complessa di come in genere la leggiamo. Condivido invece l’ultima parte del tuo ragionamento: Sel ci ha messo del suo in questa crisi e non solo quelli che se ne sono andati

  • M.Giovanna

    Spero che tu continui ad intervenire

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Grazie per l’apprezzamento!

  • Silvio de Lutiis

    Bravo Niki sono d’accordo sulla linea politica. Ho qualche perplessità sulla gestione del partito negli ultimi mesi. Devo constatare purtroppo che anche dentro Sel si è formata una minicasta. Dobbiamo discutere di nuove forme democratiche anche all’interno di sel

  • franco

    Penso che in italia c’e’ bisogno di una sinistra autonoma che non si deve chiudere in una riserva indiana,sel e’ nata per costruire una sinistra moderna per contribuire al cambiamento’il pd e’ un intorlocutore non la casa di tutta la sinistra,tanti auguri ai fuoriusciti da sel non credo che nei territori avranno un seguito.

  • KikkoKokko

    Buonasera a tutti. Sono nuovo del sito e ringrazio dell’ospitalità. Io credo che la crisi che si è consumata e si sta consumando ora in SEL è sicuramente una crisi di rappresentanza, ma che nasconde dentro sè una crisi di rappresentatività. IN parole povere, il Partito non ha slancio perchè non riesce a essere rappresentativo. E sino a che non riusciamo a risolvere questo problema grosso, il tema delle alleanze, della subalternità o alterità con il PD è un “falso problema”. Infatti, la domanda che dovremmo farci è: Il PD ci vuole? Io non sono sicuro di questo. Inutile inseguirlo, quando preferisce le larghe intese con la destra. Penso che noi dobbiamo inseguire i temi tradizionali di sinistra e allargare il nostro orizzonte accettando la sfida del 5Stelle su tematiche come i privilegi, la trasparenza, ecc. Abbiamo perduto questo riferimento di protesta costruttiva lasciando la piazza a Grillo, e i nostri elettori non hanno capito. Prima di pensare al rapporto con il PD, occorre pensare al rapporto con la base elettorale. Solo avendo (anche) una base elettorale più forte si assume maggior potere contrattuale per affrontare serenamente il rapporto con il PD, sopratutto nel momento attuale in cui pare invincibile.
    Grazie a tutti per l’ospitalità.

  • Aldo Gazzetti

    Purtroppo e con dolore un mese fa ho deciso di abbandonare SEL, in cui avevo riposto molte speranze e pensavo che veramente potesse svolgere il ruolo politico di una sinistra non più solo nostalgica. Una sinistra con un progetto strategico che sapesse declinare in iniziative concrete la propria linea politica e i suoi obiettivi verbalmente ambiziosi. Bellissimi ed articolati documenti, focosi interventi congressuali e poi..faccio un esempio in Lombardia è scoppiato più di un bubbone per gli scandali in sanità e per l’EXpo. Cosa si è fatto?: un comunicatino forse due e sulla stampa nemmeno una piccola traccia di sdegno è emersa. Sta di fatto che in Lombardia non si è riusciti ad aumentare se non di poco i voti. Ma non è questo il vero problema la gente non vede il nostro programma strategico nella patria del berlusconismo. In un un momento di crisi come questo altri a torto e ragione hanno saputo capite la crisi della rappresentanza politica, che non si poteva godere di privilegi e sopratutto con poca trasparenza del finanziamento derivato dai rimborsi elettorali. La politica esige i suoi tempi non è possibile basarsi solo sulle piccole tattiche parlamentari. Ma avete visto i nostri PDL proposti. Molti sono la risposta a piccoli settori o seguenti a sensibilità individuali. Giustissimi ma molti minoritari mentre la protesta montava, mentre i problemi scavavano i visi delle persone con le rinunce alla soddisfazione dei bisogni fondamentali. Piuttosto che nella terra di mezzo molti si sono adagiati in mezzo ai cuscini della rappresentanza nelle istituzioni. Forse bastante nei periodi di abbondanza e non di crisi economica e di grandi sconvolgimenti sociali. Invece si pensava che bastasse qualche battaglietta di posizione e non fosse indispensabile una lunga marcia nei movimenti o per la gente. Io come altri volevano dare un contributo anche di conoscenza per l’impostazione di una strategia. I forum sono stati smantellati o non considerati e annegati nella presunzione dei dirigenti politici. Ora la bolla è scoppiata. Qualcuno dei dirigenti andrà di qua alcuni andranno di là. Le autocritiche saranno ancora sconosciute o solo abbozzate nella ricerca dei traditori e dei colpevoli e le autoassoluzioni drammatizzanti impediranno sia la diagnosi sia la cura.

  • Gemello Cattivo

    Mi mettono molta tristezza questi parlamentari che nonostante siano virtu` stati scelti dal partito per rappresentare SEL, decidono di cambiare casacca. Certo, il vincolo di mandato non c’e`, ma questi sono compagni e dovrebbero avere una coscienza del proprio ruolo.
    Non mi sorprende Claudio Fava, che rispetto come politico, ma e’ chiaro che cercasse poltrone dopo il disastro da lui causato in Sicilia. Mi sorprende Migliore, che non rispetto come politico vista la sua sostanziale pochezza, ma al quale riconoscevo certi valori legati all’appartenenza al partito. Ma anche lui ha fatto la scelta di essere ininfluente alla corte di Renzi e pensando di poter influenzare il PD per renderlo di sinistra. Avra` la stessa capacita` di incidere che ha avuto Follini.

    Se il progetto di SEL e’ fallito non lo so. Non so neanche se l’italia abbia bisogno della sinistra. So che io ho bisogno della sinistra e se c’e` gente come me, della sinistra avranno bisogno in tanti. E’ anche chiaro che bisogna fare delle scelte e la scelta sulla collocazione europea e` arrivata tardi. Nichi voleva andare con Shultz, poi e` arrivato Tsipras. Io penso che il nostro posto e` tra i verdi europei perche` sono una forza di sinistra, a favore dei diritti e contro l’austerita`. Allo stesso tempo sono una forza di minoranza costruttiva, sempre pronti a partecipare a tutte le discussioni e decisioni e senza autoescludersi nel “minoritarismo identitario” tipico di buona parte del GUE (sinitra europea). Rimandare la scelta ha rimandato il chiarimento e abbiamo visto cosa e` successo. Io continuero` a stare a sinistra, ma non credo che il PD possa rappresentarmi.

  • Gemello Cattivo

    Anch’io ammiro Fava, ma tenacia e trasparenza non so quanto gli si addicano.

  • claudio

    Come tu Pd di Renzi non te lo spieghi….?….Forse restando in SEl avevano paura di dover cominciare a lavorare….!!

  • claudio

    E tu puoi andare con Migliore nel Pd!!!!

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    Non è vero che non abbiamo un ‘identità. Il fatto che abbiamo aderito alla lista Tsipras non significa che non siamo riformisti. Gennaro nonostante dice di sapere stare in minoranza, mostra invece di non saperci stare perchè o si fa come dice lui o se ne va. Questo non deve metterci in crisi. Evidentemente lui ha progetti diversi dai nostri. Che li segua e noi proseguiamo per la nostra strada.

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    D’accordissimo!!

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    Non sono assolutamente d’accordo con quello che dici perchè la isnitra ci deve essere anche piccola non è possibile che tutti ci si allinei a Renzi col pensiero unico. SE lavoreremo bene e senza ambigutà come si è fatto fino ada e questo ci ha fatto perdere un sacco di voti, ci risolleverremo. Ne sono sicuro. L’ambigutà non piace a nessuno e ha dato modo a Barbara Spinelli di approfittarne. Gli elettori vogliono la chiarezza da noi, accettano le ambiguità del pd ma da noi vogliono chiarezza.

  • Ennio Pattarin

    La scelta di Migliore e altri di veleggiare verso il PD di
    Renzi ha il sapore della rinuncia al confronto e alla dialettica politica entro
    il partito che aveva scelto di costruire. La sua argomentazione di essere stato
    accusato ingiustamente di essere ostacolo in parlamento alla linea politica
    decisa dal congresso appare una scusa per levare le tende. La realtà è un’altra
    e riguarda la sua opposizione alla scelta di aderire alla lista Tsipras. Migliore
    vorrebbe essere un esponente del socialismo europeo e vede in Renzi l’unico modo
    per arrivarci. Mi sembra che la cosa sia un po’ miserevole. E che dire di chi
    lo segue. Appaiono più ochette del pantano decise a sguazzare fin che è
    possibile in questa legislatura, quindi disposte a sorreggere Renzi fino al
    2018. Fin qui a pensar male. Se invece ci si trova di fronte ad una decina di
    deputati colpiti da Renzi come San Paolo sulla via di Damasco, ci si dovrebbe
    interrogare sullo spessore politico di questi dirigenti. Tutti sanno
    che Renzi non è di sinistra. Non è sufficiente una buona legge che al
    massimo mette in tasca 80 Euro ai lavoratori per dare una paternità di sinistra
    a questo governo. Forse la legge Poletti è meglio di quella Fornero? Oppure l’italicum
    è meglio del porcellum? La riforma del senato migliora la rappresentanza
    democratica? Non basta una buona legge. Non dimentichiamo che la pensione ai
    lavoratori la diede Mussolini.
    Renzi è in tutto e per tutto un moderato di centro al pari
    di Monti e Letta. La differenza è la situazione a lui più favorevole, le sue
    capacità di comunicazione, la sua bravura nel rischiare. Ma per tutto questo è anche
    assai più pericoloso degli altri due. Lo spostamento a destra sia di Renzi con
    le larghe intese, sia ora di Grillo con l’accordo con Farage apre territori di
    sinistra inesplorati. Rimbocchiamoci le maniche e rischiamo di più per conquistarli.
    La crisi dovuta all’uscita di Migliore e soci può essere un incentivo a reagire
    per ottenere domani risultati migliori.

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    La linea di Vendola non è quella di allearsi con i partiti comunisti e la decisione di allearsi con Tsipras non l’ha presa Vendola ma l’assemblea che componeva il congresso. SEL è nata in contrapposizione all’autorefenzialismo. La lista ha aumentato di pochissimo perchè eravamo completamente fuori dai media. Io ho fatto la campagna nelle strade nei mercati, nelle case e mi sono resa conto che tanti nostri elettori non sapevano cosa fosse la lista Tsipras. Gli errori a volte li abbiamo fatti per motivi diversi da quelli di cui tu parli. Per esempio è stato un grandissimo errore a Napoli allearsi col un pd morente dopo Bassolino. A molti, De Magistris non piace e invece io dico che dobbiamo essergli grati per non avere fatto eleggere un sindaco di destra come invece è avvenuto con la regione: Un presidente di destra che sta facendo cose terribili, una legge terribile per privatizzare l’acqua di tutta la Campania e uno scempio della sanità. Al comune invece Rifondazione amministra.

  • Giuseppina Buscaino Nebbia

    Vendola non è il segretario. Il coordinatore è Fratoianni. Chi temeva il confronto se ne è andato.

  • giuseppe vella

    Il discorso di Vendola, come sempre non fa una piega. Condivido in pieno. Per fare un lavoro di analisi, degno di questo nome, dobbiamo però cercare di capire perché un gruppo che di persone che ha svolto in questi anni, difficili per la sinistra, una politica di sinistra, si sente attratto dalla “narrazione” renziana. Appeal di Renzi? Forse, ma è poco per spiegare l’accaduto. Voglia di partecipare ad una politica di potere e non di opposizione? Potrebbe darsi ma ci credo poco. Speranza di partecipare ad un evento storico e poter dire domani: c’ero anch’io? Non mi convince. Dunque, perché si scinde il partito?
    Difficile da spiegare, di sicuro dobbiamo prendere atto che ci deve essere un malessere interno che non si è ancora evidenziato ai più. Di sicuro, negli ultimi anni si è perso l’entusiasmo del collettivo e l’impegno di Vendola, quale amministratore della Puglia, ha tolto al partito il motivatore principale. SEL non ha capito e sfruttato l’immenso potere della rete, ha lasciato ad altri la possibilità di sfruttarla al massimo. La politica sul territorio non è più quella degli anni 70 e 80, oggi potrebbe servire solo a soddisfare qualche piccola velleità localistica. Oggi, il ragazzo di campagna deve essere considerato come il frequentatore del liceo di città, deve essere attratto da una politica che lo fa sentire nell’ombelico del mondo, deve, utilizzando la rete, partecipare a discussioni con chi si trova in una zona dell’Italia lontana dalla sua. Chi sta al fianco dei giovani che sono costretti a fare gli stagisti a vita o a emigrare? Chi va nelle scuole per farli sentire parte attiva di un progetto sociale che ha come obiettivo una nuova politica? Chi difende, seriamente e non ha chiacchiere, i padri di famiglia esodati? Chi cerca di aggregare consenso per una politica di equità sociale? Chi denuncia la irrazionalità della spesa pubblica?
    Bisogna spiegare ai giovani e ai non giovani che il conflitto fondamentale della società moderna non si trova più nel rapporto conflittuale tra padrone e operaio ma nella contrapposizione di interessi tra lavoratore ed imprenditore da un lato e speculazione finanziaria dall’altro. Un partito di sinistra dovrebbe fare questo, dovrebbe insegnare a volare alto. Invece……………

  • alberto ferrari

    condivido, anche se credo che Migliore Fava e Di Salvo ecc. anche perché confortati dalla maggioranza del gruppo parlamentare non dovevano lasciare SEL ma portare avanti la loro line politica all’interno del partito, linea che ho condiviso con molti altri e che ora ci lascia in forte difficoltà.

  • Dario

    Ma dai. La distinzione tra sinistra e riformismo è controsenso. I riformisti veri sono Tsipras e compagni, non Schulz che si è subito piegato a Juncker (avete sentito no?): Fava e Migliore saranno contenti che il loro amato Schulz parteciperà con convinzione a nuove larghe intese che faranno sicuramente benissimo all’Europa.

  • Dario

    RC è stata aperta al dialogo fin troppe volte, con Prodi e L’Ulivo: credo che questa sua chiusura derivi dall’aver constatato quanto faccia schifo un partito che mette alla giustizia Mastella, uno dei più grandi delinquenti d’Italia. Sai com’è, ci vuole tempo a riprendersi dai traumi. Ma che la Sel di Vendola, Fratoianni e compagnia serva, è fuori discussione.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ciao Giuseppina, l’assenza dai media è sicuramente un motivo, ma converrai che è un problema che c’è sempre stato, e che la “società civile” non ha portato voti, piuttosto ha portato via seggi. Per il resto, come dicevo sono un semplice elettore, non un’attivista come te, per cui mi fido del tuo giudizio (specialmente sul territorio).

  • Guido Conti

    no, non arriverà ma se chiedi a ferrero sarai accontentato…..

  • claudio

    Cara Maria Giovanna, hai ragione la questione è molto complessa e certamente la sintesi di un post non è adeguata ad affrontarla.
    Se posso permettermi di avanzare un’ipotesi è che ciò che più leda a SEL è la discontinuità di linea, l’oscillare tra alleanza con il PD (quasi sempre a livello locale ed anche alivello nazionale nel 2013) e contrapposizione ad esso (vedi la scelta – e relative motivazioni – di aderire alla lista Tspras a soli un’anno di distanza). Personalmente o molto rispetto per il lavoro dei “compagni” nelle istituzioni locali e sono certo che nella maggioranza dei casi lavorino bene, tuttavia se non è percepito come affidabile il partito la loro azione passa davvero in secondo piano, almeno in rapporto alla costruzione del consenso elettorale.
    Comprendo sia molto difficile trovare un equilibrio tra le nostre aspirazioni a cambiare la società e il rischio di essere completamente fagocitati da un partito/moloch come i PD ma “la giusta distanza” è solo un’illusione ottica, non esiste. Occorre scegliere da che pate stare, o riteniamo il PD un partner maggiore o un avversario politico. Non si può (è elettoralmente ma anche politicamente incomprensibile) non deciderci o oscillare come un pendolo su questo tema. Con il paradosso – che gli elettori di sinistra hanno perfettamente compreso – di considerare un PD affidabile quello di Bersani che era molto più conservatore (col cavolo che bersani avrebbe ridotto le tasse ai lavoratori dipendenti o avrebbe avanzato una riforma della PA tesa a eliminare alcune peculiarità ingiustificabili ed inique come la mobilità solo su base volontaria o un monte ore di permessi sindacali che permetteva a taluni praticamente di non lavorare affatto; ho lavorato per la PA gestendo uffici tecnici e sò bene di cosa parlo) di quello attuale e ritenere inaffidabile quello di Renzi perchè lui è un leader molto bravo a livello comunicativo e per questo ritenuto (perchè in questo ha punti in comune con Berlusconi) “di destra”.

  • claudio

    Naturalmente, caro Enrico non ho alcuna verità in tasca, però se permetti i numeri (non le opinioni) contrastano con quanto dici in rapporto ad essere visti come subalterni al PD.
    Confrontiamo le elezioni 2013 alla camera dei depuntati (platea di aventi diritto corrispondente a quella delle europee) con quelle dello scorso maggio:
    elezioni (camera dei deputati) 2013: SEL 1.090.802 voti (3,2% dei votanti)

    elezioni europee 2014: lista Tspras (SEL+PRC+ALTRI) 1.108.457 voti (4,03% dei votanti)
    Appare evidente che tra le due opzioni (essere alleati al PD o contrapposti ad esso) non è certo la seconda che è stata premiata dagi elettori. Poi certamente le questioni sono molto più complesse ma come ho risposto a Maria Giovanna che comunque la si pensi occorre fare una scelta di campo definitiva e non continuare ad oscillare. La si può fare lasciandoci guidare dal cuore (alternativi al PD) o dalla ragione (allenza con il PD), ma comunque sia una scelta deve essere fatta ed è per questo che la scelta di MIgliore, Fava e altri è – comunque la si pensi in proposito – un fatto positivo e del quale dobbiamo ringraziarli.

  • francesco

    Se sostituisci “dalla ragione” con “dalla cadrega” condivido il post.

  • francesco

    Non sono goloso di cioccolatini…

  • Lidia Franzoso

    Condivido. Ora più che mai é necessario RESISTERE

  • ROLANDO ROSA

    D’ACCORDO

  • claudio

    Caro francesco, sicuramente nella “ragione” stanno anche gli interessi personali, quelli che sintetizzi con il termine “cadrega”. Ma credimi sarebbe ingenuo pensare che chi fà politica a tempo pieno non abbia anche un proprio interesse personale da soddisfare (casomai è da distinguere e da contrastare i casi in cui l’interesse personale è prevalente o esclusivo) e controproducente considerare questo aspetto (salvo nei casi in cui l’interesse privato sia prevalente o esclusivo) come metro di giudizio nella scelta di voto. Conviene valutare e scegliere sulla base dei risultati e delle prospettive che un’opzione può portare. Del resto poi anche chi sostiene le “ragioni del cuore” lo fà quasi sempre anche con in mente un tornaconto personale che sia esso di natura economica, di affermazione o altro che comunque mette l’io davanti al noi.
    Nel caso del mio commento abbinavo la ragione con l’alleanza con il PD semplicemente sulla base del riscontro elettorale di SEL che citavo nello stesso post. Se i dati che ho riportato sono errati (e non lo sono) allora si potrebbe confutare la mia affermazione su basi oggettive altrimenti si resta nel campo delle opinioni. E le opinioni non fanno mai bene alla buona politica.

  • Lidia Franzoso

    Concordo con le posizioni di Vendola. Mi permetto di aggiungere che c’é bisogno di un dibattito approfondito, anche a livello locale. Nomino solo due questioni che ritengo fondamentali e a cui bisogna dare qualche risposta.
    1-
    Perchè non si riesce a superare elettoralmente percentuali così basse di voti?
    Qualcosa che non ha funzionato ci deve pur essere, se l’onda travolgente di cittadini che chiedono cambiamento si ferma sempre prima di lambirci e se ne torna indietro verso destra. Perché chi si astiene, anche a sinistra, non si sente rappresentato da Sel?
    2-
    E’ possibile conciliare l’opposizione parlamentare e l’appoggio al PD nelle amministrazioni locali? E’ sufficiente dire che si deve essere pragmatici e scegliere in base alle proposte concrete?

    Buon lavoro a tutte e tutti.

  • ophios

    Tieni duro e se puoi, ripensaci.

  • Roberto Cavallini

    Assisto silente a questa non nuova modalità, per un partito di sinistra, di inesorabilmente spaccarsi e dividersi di fronte alle difficoltà di delineare una strategia comune e condivisa. Perché di questo si tratta, non di altro. Non autosufficienza arrogante della maggioranza, non ricerca di più comodi e confortevoli lidi per compagne e compagni che scelgono di non più stare in un partito che hanno contribuito con forza e coraggio a costruire. Tremo all’idea che il progetto originari di SEL, costruire e stare nell’area ampia della sinistra italiana e europea, possa naufragare, lasciandoci solo macerie e risentimenti. Sono d’accordo con Vendola, ma, c’è sempre un ma. E il mio ma sta nella assoluta necessità di apportare chiarezza nel dibattito nostro. La scelta della lista Tsipras non appartiene a questa categoria. Allora DIAMO NOME E COGNOME AI SOGGETTI DEL NOSTRO DIBATTITO: Vendola ci dice che la nostra è una strada diversa da quella del riformismo senza riforme e dal radicalismo testimoniale . Bene, allora percorriamola questa strada, senza strabismi e senza furbizie. Dialogando con tutte le quelle forze che, pur rappresentando un riformismo senza riforme o un radicalismo testimoniale potranno contribuire alla sinistra larga, di popolo, di governo. Guardiamo ai cittadini, guardiamo al Paese. Non solo al Renzi o a qualche grillo parlante che ciclicamente si affaccia sulla scena politica per poi rapidamente scomparire o appartarsi in ristretti salotti.

  • Daniele Vinci

    Qualcuno è saltato sul carro del vincitore (questa è la realtà). Ma ora più che mai c’è bisogno di Sinistra, Ecologia, Libertà (le virgole sono volute). Ora che Renzi il vincente ha colto una magnifica vittoria elettorale, ora che il suo programma di riforme di centro-sinistra-destra sta per cambiare l’Italia, senza però scalfire il sistema di leggi ad personam del ventennio berlusconiano, la depenalizzazione del falso in bilancio, l’autoriciclaggio, la prescrizione abbreviata, il conflitto d’interessi (come ammonisce la commissione europea nel rapporto anticorruzione del 2014), e senza scalfire i patrimoni dei ricchi. Ora che il riscaldamento globale sta per innescare una crisi ecologica che getterà nella disperazione e nella fame centinaia di milioni di poveri. Ora che il divario tra chi ha troppo e chi ha troppo poco ha raggiunto livelli disgustosi, oltre che immorali, e ha ormai creato una moltitudine di schiavitù nascoste. Tanti di noi credono ancora nei valori della sinistra, nella necessità improcrastinabile dell’ecologia, nella sete di libertà che attanaglia i visceri quando non si è liberi dal bisogno!