Via libera dal Senato alla legge di stabilità. Sel: altra occasione persa
L’aula del Senato ha approvato con 164 voti a favore, 116 contrari e 2 astenuti la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento alla legge di Stabilità. Il testo passa ora alla Camera in seconda lettura.
Nel passaggio al Senato le modifiche (totalmente inserite nel maxiemendamento del governo da 556 commi) si sono concentrate soprattutto su tre nodi: casa, canone Rai e tetto al contante. Sul primo nodo diverse sono le novità per esenzioni Tasi e lotta contro gli affitti in nero. Per quanto riguarda il Canone Rai è stata decisa la rateizzazione in 10 rate (la prima arriverà a luglio 2016) ed è stato aumentato il tetto di reddito per i pensionati esentati. Quanto al tetto per i contanti, è stato solo ridotto, a mille euro, quello per i money transfer. Rinviati invece alla Camera i nodi su pensioni, sud, sicurezza, province, contratti Pa e giochi.
Nel passaggio al Senato della manovra è scoppiato anche il caos sulla cosiddetta “sanatoria” delibere: una modifica approvata dalla commissione Bilancio di palazzo Madama fa salve le delibere dei Comuni sulle aliquote Imu/Tasi adottate anche oltre la scadenza del 30 luglio 2015. Questo potrebbe portare secondo qualcuno a una sorta di conguaglio a gennaio, o a dover “risarcire” i comuni (si tratta di circa 800) con 300 milioni di euro. La misura, si apprende, non piace a Palazzo Chigi e quindi dovrebbe essere tolta nel passaggio alla Camera. Sempre a Montecitorio potrebbe essere corretta una “svista” del testo originale che, in riferimento agli aumenti disposti sulla Tasi nel 2015 replicabili nel 2016, indica come data limite per adottare le delibere da parte dei comuni il 30 settembre 2015, ovvero un mese dopo la scadenza disposta per legge.
«Questa è una manovra inutile, un testo sbagliato che condanna il paese alla stagnazione e all’iniquità sociale. Non c’è nessuna proposta contro la povertà, non c’è nulla per lavoratori e pensionati e non c’e nessuna misura espansiva per far ripartire l’economia. Di questo passo se la ripresa ci sarà non permetterà al ceto medio di risollevarsi, ma finirà per beneficiare, come in Inghilterra, soltanto i più ricchi, gli evasori, i promotori di attività illegali» ha detto in Aula la senatrice di Sinistra Ecologia Libertà Alessia Petraglia.
«Mentre l’industria è in frenata,l’unico settore che tira è quello dei tweet del Presidente del Consiglio, sempre pronto a celebrare i risultati del suo Governo puntualmente smentiti dai numeri e dai fatti. Si innalzano i fondi per le spese in armamenti, si sceglie di non investire nei settori cruciali per la ripresa, si distrugge il servizio sanitario pubblico e si tagliano le tasse ai più abbienti. Alle scuole private vanno 225 milioni, mentre non c’è nessun investimento reale per la ricerca e l’assunzione dei ricercatori. Vergogna! Sono importanti le risorse per il diritto allo studio, importanti i 5 milioni per le borse di studio e i 10 per acquisto libri, ma sarebbe necessari 200 milioni per garantire non solo l’accesso ma anche il completamento degli studi».
Per il senatore Luciano Uras, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà, nella dichiarazione di voto al ddl Stabilità si tratta di «Un’altra occasione persa: fatte salve la conferma di alcune misure di natura fiscale e contributiva che riguardano rispettivamente la prima casa e la trasformazione dei contratti precari in tempo indeterminato, la cosiddetta azione espansiva della manovra, si esaurisce e scompare in ragione di tutte le questioni che non sono trattate».
«La principale – prosegue – è quella relativa agli investimenti per il Mezzogiorno totalmente assenti dalla manovra ed eventualmente trasferiti – a detta del Governo – alla valutazione della Camera dei Deputati. In questo modo le azioni previste su Tasi e Imu e sulla decontribuzione sociale, spalmati nell’ambito del territorio nazionale, colgono e favoriscono l’economia regionale del centro nord, quelle notoriamente più ricche. Così si aumenta ulteriormente il divario Nord-Sud, individuato da tutti gli economisti come la principale causa della mancata crescita».
«L’idea che sostenere le economie e gli apparati produttivi del centro nord sia una modalità efficace per rilanciare complessivamente l’economia italiana , affidando a quelle economia il ruolo di traino, è un’idea vecchia. Fallita. Quello che serve è la partecipazione di tutti i territori allo sviluppo, la valorizzazione delle capacità e delle vocazioni produttive dei luoghi. Ancora una volta, però – ha concluso Uras – questo è oggetto di un rinvio» .
“I soldi ci sono, a mancare è la volontà di spenderli bene. SEL ha proposto al Governo una manovra da 28 miliardi, indicando tutte le coperture. Conti alla mano si tratta di risorse che potrebbero essere impiegate per creare 250mila posti di lavoro, ridurre la TASI a 18 milioni di proprietari di prime case, migliorare i servizi pubblici per 30 milioni di cittadini, dare sollievo a due milioni di persone in stato di povertà. Ma tutto questo, al Governo non interessa”.