Vilipendio capo dello Stato, De Cristofaro: l’unica via sarebbe di abrogarlo
«La nostra Costituzione tutela la libertà di pensiero, di opinione, di espressione e di manifestazione, ma nel codice penale sopravvivono ancora reati che puniscono tale libertà. Conservare la previsione del carcere per un reato come il vilipendio è quanto di più miope si possa immaginare». Lo ha detto in Aula il senatore di Sinistra Ecologia Libertà Peppe De Cristofaro.
«Se il testo entrato in commissione giustizia prevedeva l’abrogazione dell’articolo 278 del codice penale, ci ritroviamo ora in Aula con un testo che non solo non sopprime il reato, ma lo sanziona con una multa da 5.000 a 20.000, con la previsione del carcere fino a due anni se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato»
«Considerato che il sistema penitenziario italiano è tutt’altro che idoneo a rispondere all’esigenza di rieducazione del condannato e a quella di tutela della collettività, la detenzione pertanto non può essere la risposta dello Stato nei confronti di ogni tipo di reato: il ricorso alla pena detentiva deve costituire un’extrema ratio riservata ai reati che creano maggiore allarme sociale, alle condotte che creano effettivi e concreti danni alla collettività o ai singoli. Per tutte queste ragioni secondo SEL – ha concluso De Cristofaro – l’unica via da percorrere non può che essere quella dell’abrogazione dell’articolo 278 del codice penale, al fine di consentire la libera manifestazione del pensiero ed il diritto alla critica anche politica».
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