”Viva la legge-truffa”. La democrazia secondo Renzi e Tonini
Ma sì, certo, i lavori parlamentari sono spesso noiosi e si può capire che a chi non lo deve fare per mestiere difficilmente passi per la mente di prestarvi orecchio. Certe volte converrebbe, però. L’ultimo (e pertanto particolarmente significativo) intervento nella discussione generale sulla legge elettorale al Senato, per bocca del Pd Giorgio Tonini, ad esempio, era davvero esemplare ed esplicativo. Spiegava nel dettaglio quale concezione della democrazia parlamentare alberghi in chi si è inventato l’Italicum, e certi particolari è bene conoscerli.
La decadenza della democrazia italiana, per il senatore del pd, ha radici lontanissime. Risale a 62 anni fa quando il popolo bocciò la legge-truffa voluta da De Gasperi: “Alla fine della I legislatura De Gasperi vide lucidamente la deriva verso la democrazia dell’impotenza lungo la quale la democrazia italiana stava muovendo e propose di introdurre nella legge elettorale proporzionale un premio di maggioranza per la coalizione che avesse raggiunto e superato il 50 per cento dei voti”. Purtroppo ci si misero di mezzo gli elettori, che i tempi non erano ancora maturi per relegare il volgo dove gli compete stare, e la legge-truffa, pur approvata in Parlamento, non approdò ai risultati sperati nelle urne e fu cassata: ” Dopo il fallimento del tentativo degasperiano di imprimere una peraltro contenuta torsione maggioritaria al nostro sistema parlamentare, l’Italia entra a pieno in quella che Duverger chiamava “l’Europa dell’impotenza” e, anzi, ne diviene capofila”. Che in quei bui decenni di “impotenza” l’Italia sia passata per un miracolo economico e uno sviluppo democratico senza precedenti conta poco a fronte della imbelle debolezza degli esecutivi, ostaggi dell’ “assemblearismo” parlamentare.
Di sfuggita, Tonini segnala che quell’alto precedente basta a smentire le bugie sull’eminente carattere parlamentare delle leggi elettorali: “De Gasperi e la legge Scelba non fanno forse parte della storia della Repubblica? Si dirà che un’eccezione conferma la regola. No, signori: questa è la regola, non l’eccezione; è la regola in un sistema democratico che non voglia confondere il valore della centralità del Parlamento con il pericolo mortale dell’assemblearismo”. La controprova conferma. Fatta salva l’incompresa legge-truffa, infatti, tutte le altre riforme istituzionali e leggi elettorali partorite dal Parlamento “hanno prodotto per lo più risultati modesti, talvolta deludenti”.
Non sono parole in libertà. E’ lo specchio di un lucido progetto politico che è già in avanzata fase di smantellamento della democrazia parlamentare. Non si può dire che venga portato avanti di nascosto: basterebbe non girare la faccia da un’altra parte come fanno quasi tutti.
Commenti
-
vincenzo calì
-
lori massimo