Whirlpool, migliaia in marcia a Comerio per difendere i posti di lavoro. Sel: i lavoratori non paghino per tutti
I lavoratori del gruppo Whirlpool, dopo una marcia di circa due chilometri e mezzo, sono arrivati alla fabbrica di Comerio, in provincia di Varese. “Siamo in duemila”, ha esclamato una rappresentante sindacale all’arrivo dei dipendenti nello stabilimento. Folta la rappresentanza dei dipendenti degli impianti produttivi del meridione, tra cui di circa 400 dello stabilimento casertano di Carinaro, destinato, secondo il piano industriale della società, a essere chiuso. In totale, a Carinaro sono impiegate circa 850 persone, con altre 500-600 dell’indotto.
Non a caso, durante la marcia, alla quale hanno partecipato i segretari generali dei metalmeccanici, i lavoratori di Carinaro sono stati quelli che si sono fatti più notare con cori come “Carinaro non si tocca”, “se si tocca Carinaro non lavora più nessuno”. Presente anche una delegazione di 50 dipendenti dello stabilimento napoletano, di una sessantina dell’impianto di None, nel Torinese, più altri due autobus giunti da Fabriano.
Numerosi sono i dipendenti di Carinaro con una T-shirt su cui e’ scritto “faciteme sta quiet…”, con sotto una traduzione in inglese “let me quiete..”. «Siamo molto determinati a far cambiare idea alla Whirlpool perché non è socialmente accettabile la chiusura di stabilimenti al Sud e un aumento di occupazione al Nord», ha commentato Giovanni Gambati, segretario della Uilm Campania. «Non vogliamo fare la guerra a nessuno, no alla contrapposizione Nord-Sud, vogliamo un’equa ridistribuzione del lavoro tra tutti gli stabilimenti del gruppo in Italia», ha affermato Vincenzo Di Spirito, rappresentante della Rsu di Carinaro, il leader carismatico dei lavoratori dell’impianto casertano.
«Che la Whirlpool investa in Italia è una buona notizia, ma il prezzo di questi investimenti non può essere pagato dai lavoratori». Lo dichiara Ciccio Ferrara, deputato campano di Sel in commissione Attività Produttive alla Camera, commentando lo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici della Whirlpool che si è tenuto oggi a Varese.
«Oggi, continua il deputato di Sel, in migliaia hanno scioperato contro il piano esuberi presentato dalla Whirlpool per gli stabilimenti italiani e contro la chiusura del sito di Carinaro, in provincia di Caserta. Se da un lato gli investimenti della multinazionale Usa nel nostro Paese lasciano immaginare la volontà di investire in Italia – prosegue Ferrara – dall’altro non è accettabile che a pagarne il conto siano i lavoratori di Caserta che vedrebbero chiudere il loro stabilimento, rimanendo senza prospettive occupazionali. Crediamo che il ruolo del governo sia quello di proteggere quei lavoratori e giungere presto ad un accordo che non lasci indietro nessuno. La chiusura di Carinaro è irricevibile specialmente per una realtà come Caserta che, già alle prese con altre difficili vertenze come quella di Firema a rischio fallimento, perderebbe un altro importante insediamento industriale, conclude Ferrara».